Per alcuni l’incontro tra musica e parola risale alle origini del linguaggio stesso e una forma di canto potrebbe essere stata il primo atto sonoro comunicativo. Certamente, nella storia della musica, e dell’arte, l’intreccio tra le due dimensioni è da sempre al centro di ricerche e sperimentazioni, querelle e soluzioni sempre nuove, come quella che negli anni Settanta del Settecento esce dal laboratorio di Jiri Antonín Benda, il compositore tedesco “inventore” del primo melologo. Ed è proprio uno dei suoi melologhi, Medea, apprezzato a suo tempo anche da Mozart, in scena per Ravenna Festivalo ggi nel suggestivo spazio del Chiostro della Biblioteca Classense (alle 21.30), affidato alla voce recitante di Chiara Muti, che ne cura anche l’elaborazione drammaturgica e la regia “accompagnata” dal Trio Hager, ovvero da Marco Mandolini al violino, Elke Hager al violoncello ed Enrico Pompili al pianoforte.
Una proposta di rara esecuzione, ma anche per questo particolarmente accattivante per un pubblico che voglia addentrarsi in quelle che sono le riflessioni teoriche, e gli straordinari esiti musicali, degli ultimi decenni del XVIII secolo, periodo particolarmente ricco e fecondo, non fosse altro che per la presenza di Mozart, ma anche del primo Beethoven, e del lascito del maturo Haydn, per non dire di tutto ciò che scaturisce dal fermento dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alambert, così attenta proprio al naturale rapporto tra parola e musica – basti ricordare che l’antesignano del melologo scaturisce proprio dalla penna di Rousseau con il Pygmalion, pochi anni prima del lavoro di Benda.
Come sottolinea Chiara Muti, attrice con alle spalle solidi studi musicali e da alcuni anni sempre più spesso impegnata in importanti regie d’opera (basti ricordare il recente successo riscosso al San Carlo di Napoli con la nuova produzione di Così fan tutte), “è evidente il tentativo di far aderire la musica al testo, alle emozioni che attraversano la protagonista, quindi di entrare nelle sue dinamiche psicologiche con uno scavo che anticipa ciò che poi si svilupperà molti anni dopo, nel secolo successivo. Sono gli anni di Mozart, in cui non ci si accontenta più delle tipizzazioni stereotipate o della teoria degli affetti, ma si entra nelle ferite e nella verità più profonda dei personaggi”.
Nella Medea originale pensata da Benda, oltre alla partitura per orchestra qui trascritta per trio, era prevista una vera e propria messa in scena. Questa, accanto alla parte assolutamente preponderante della protagonista, comprendeva anche l’entrata di Giasone, per quanto secondaria, nonché dei figli e della nutrice. La versione proposta a Ravenna Festival si delinea, sempre secondo le parole di Chiara Muti, “come un concerto: a violino, violoncello e pianoforte si unisce la mia voce in un vero e proprio quartetto, dove la voce appunto si trasforma in uno strumento musicale, perché, pur non cantando e inserendosi per lo più nelle pause della musica e più raramente sulla musica stessa, interagisce con i suoni in perfetta consonanza emotiva. E anche se i brevi interventi degli altri personaggi vengono riassunti nel ‘monologo’ di Medea, la parte musicale è proposta interamente”.
La storia narrata è naturalmente quella che dal mito passa alle mani di Euripide: di Medea che per vendicarsi dell’infedeltà di Giasone, a cui ha sacrificato la propria stessa famiglia e appartenenza per aiutarlo nella conquista del mitico vello d’oro, arriva ad uccidere l’amante Creusa e il padre di lei Creonte, ma anche i propri figli. Il melologo presentato in forma di concerto consente di apprezzare fino in fondo le insospettate qualità compositive di un autore ingiustamente trascurato, per lo più sconosciuto al grande pubblico e talvolta anche ai musicofili più attenti. “Un compositore – sottolinea ancora Chiara Muti – che lavora alla corte di Federico II di Prussia, ma che viaggia ed è in contatto con tutto il mondo culturale europeo, che assimila la lezione dell’orchestra di Mannheim ma anche il clima espressivo che è di Mozart, che non a caso lo apprezza, come i modelli di Haydn”.
Biglietto posto unico non numerato: intero 22 Euro, ridotto 20 Euro
I giovani al festival: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari (under 30), 50% tariffe ridotte.
Info: 0544 249244 www.ravennafestival.org