“Rimango ammirato e sgomento quando vedo che Nino invece abita totalmente questa specie di galassia armoniosissima”: Nino è Rota e chi parla è Federico Fellini, sorpreso dalla consuetudine dell’amico fraterno con la musica, che per il regista riminese invece “agisce a un livello così profondo, inconscio, da diventare pericolosa”. Domani alle 21.30 all’Arena dello Stadio dei Pini, con la rassegna Per l’alto sale – Il Trebbo in musica 2.0 Ravenna Festival invita il pubblico ad immergersi nell’universo felliniano attraverso le musiche di Nino Rota, compositore di quasi tutte le colonne sonore dei film di Fellini, da Lo sceicco bianco a Prova d’orchestra. L’omaggio in occasione del centenario della nascita del regista è affidato all’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti, cui il Festival ha commissionato gli arrangiamenti, e alla camaleontica fisarmonica di Simone Zanchini.
Dopo Tonino Guerra e Pellegrino Artusi, il trittico di omaggi a “eroi” della Romagna non poteva non includere Federico Fellini. Classe 1920, come Guerra, Fellini ha forse contribuito più di ogni altro regista alla percezione dell’Italia e del suo cinema nel mondo. Quel suo immaginario sempre sospeso tra sogno e realtà, tra desideri e ossessioni, è una narrazione visiva che oscilla fra la giovinezza riminese e l’autobiografia della vita adulta, una reinterpretazione della provincia romagnola da cui è partito tutto. Il realismo incantato ha fatto dei suoi film classici assoluti, gli ha guadagnato quattro Oscar per le sue pellicole (fra queste Amarcord) e un quinto Oscar alla carriera. Della musica, nella doppia intervista radiofonica a lui e Rota nel 1979, Fellini diceva: “mi turba, preferisco non sentirla, è una specie di invasione, di possessione, qualche cosa che entra dentro di me e mi assorbe e mi prende completamente”.
Quindi musica sì, ma rigorosamente “attraverso la mediazione e la protezione dell’amico Nino e del musicista Rota”. Le cui composizioni sono affidate all’Italian Jazz Orchestra, nata nel 2011 all’interno dell’Associazione Musicale Bruno Maderna dalla collaborazione fra Fabio Petretti (che in una carriera trentennale ha collaborato con i più grandi jazzisti internazionali) e Luigi Pretolani. L’obiettivo? Creare un ponte tra musica classica e jazz con un organico di archi, fiati e ritmica, per eseguire musica composta e arrangiata rispettando le diverse anime che confluiscono in essa. Oramai può dirsi un punto di riferimento e di sperimentazione di nuovi orizzonti musicali, grazie anche alle collaborazioni come quella messa in campo per questo concerto. Simone Zanchini è tra i fisarmonicisti più interessanti e innovativi del panorama internazionale: la sua ricerca si muove tra i confini della musica contemporanea, acustica ed elettronica, tra sperimentazione sonora e contaminazioni extracolte senza dimenticare la tradizione, sfociando così in un personalissimo approccio alla materia improvvisativa. Tra i tanti dischi, un paio di anni fa è uscito Cinema Paradiso sulle musiche di Nino Rota con la prestigiosa HR Frankfurt Radio Big Band.
Giro di boa per la rassegna, con il quinto appuntamento di martedì 30 giugno, sempre alle 21.30 all’Arena dello Stadio dei Pini: Paolo Rumiz riflette sull’identità europea e svela Quell’Europa che viene da Oriente, accompagnato dal flautista Fabio Mina.