Ravenna Festival presenta un inedito concerto – lunedì 25 giugno alle 21.30, nel Chiostro della Biblioteca Classense – con un programma ’spagnolo’ eseguito da due musicisti che, pur appartenendo a generazioni diverse, condividono la stessa devozione alla musica. Ha appena quattro anni Lucero Tena quando impugna per la prima volta le nacchere. Non le ha più lasciate e ancora oggi, a ottant’anni, con alle spalle una carriera di stella assoluta del flamenco, continua a dedicarsi a questo piccolo eppure potentissimo strumento, che da “virtuosa” ha fatto dialogare con le più importanti orchestre sinfoniche. Qui incontra il francese Xavier De Maistre, musicista di fama internazionale e alla ricerca di sempre nuove capacità espressive per la sua arpa: per essa trascrive celebri pagine orchestrali, come Ma Vlast di Smetana, o opere per chitarra o pianoforte di Albéniz, Soler e Granados, in un non convenzionale ruolo solista.
Se secoli di trascrizioni e arrangiamenti ci hanno abituati ad ascoltare rielaborazioni di opere musicali del passato destinate a strumenti diversi da quelli pensati originariamente dai relativi compositori, può risultarci invece curioso ascoltare le nacchere in un duo, in una formazione nella quale i due strumenti si pongono non in un rapporto di canto e accompagnamento, ma in un regime di parità dei ruoli, e per di più con l’arpa. Il grande etnomusicologo francese André Schaeffner, in un passo del suo volume Origine degli strumenti musicali, ci fa tuttavia notare come le nacchere possano avere un importante ruolo espressivo non solo ritmico. A proposito ricorda come la danzatrice spagnola Antonia Mercé y Luque, nota negli anni Venti e Trenta del Novecento come L’Argentina, sapesse realizzare una sorta di “recitativo” con le nacchere, che, nelle mani di bravi danzatori e strumentisti, si emancipano dai movimenti dei piedi per proporre un ritmo indipendente che accompagna quello del corpo.
Gli autori proposti nel concerto di Xavier de Maistre e Lucero Tena sono tutti spagnoli, attivi tra la seconda metà del Settecento e la prima del Novecento. Mateo Pérez de Albéniz e Antonio Soler sono legati da un comune interesse teorico, oltre che per una carriera musicale in ambito liturgico. Il primo era maestro di cappella a San Sebastián ed è noto più per la sua musica sacra che per le poche opere per pianoforte, tra cui la Sonata in re maggiore op. 13 trascritta per arpa da Xavier de Maistre. Soler, anch’egli teorico (corrispondente di Padre Martini), maestro di cappella (a El Escorial) e autore di una mole importante di musica sacra, aveva un interesse particolare per la musica strumentale, specialmente per gli strumenti a tastiera, per i quali scrisse 120 sonate, che risentono della conoscenza delle opere di Domenico Scarlatti ma si caratterizzano per l’uso frequente di ritmi di danze spagnole.
Gli altri autori in programma risalgono invece al periodo d’oro della musica spagnola, sviluppatasi a contatto con l’ambiente parigino dei decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento. Isaac Albéniz e Enrique Granados hanno lasciato un’importante produzione per pianoforte e per chitarra che risente dell’interesse per il folklore spagnolo, gitano e arabo-andaluso, giocando abilmente tra sperimentazione e manierismo. La musica popolare, tuttavia, è vissuta più come suggestione romantica che come realtà da cui elaborare un nuovo stile musicale. Xavier de Maistre può abilmente cimentarsi nelle trascrizioni per arpa delle suite spagnole di Albéniz e dei Valses poéticos di Granados nutrendosi della consuetudine di eseguire questi repertori sia alla chitarra che al pianoforte. Meno scontata è invece la trascrizione per arpa del Recuerdos de la Alhambra di Francisco Tárrega, un celebre studio sul tremolo composto per chitarra nel 1896, Viejo Zortzico, del compositore basco Jesús Guridi, una danza ispirata al folklore dei Paesi Baschi. In un programma dedicato alla Spagna non poteva mancare Manuel de Falla, che chiude il concerto con la celebre danza spagnola dall’opera La vida breve, dove all’arpa di de Maistre si affiancano i prodigi ritmici e la presenza scenica delle nacchere di Lucero Tena.
Nato a Tolone, Xavier de Maistre studia arpa a Parigi. Nel 1998, dopo aver vinto il primo premio all’International Harp Competition di Bloomington, diventa il primo musicista francese tra le fila della prestigiosa Filarmonica di Vienna. Titolare di una cattedra all’Accademia di Musica di Amburgo dal 2001, tiene corsi di perfezionamento alla Juilliard School of Music di New York, alla Toho University di Tokyo e al Trinity College of Music di Londra. Con all’attivo una carriera importante sia con orchestre sinfoniche che in ambito cameristico, appartiene alla piccola élite di quei solisti che stanno ridisegnando i confini di ciò che è possibile fare con il loro strumento, sia attraverso le sue trascrizioni di repertori nati per strumenti diversi dall’arpa, sia per il suo impegno nella musica contemporanea.
Lucero Tena, al termine della propria carriera di stella del flamenco, intraprende un percorso da solista di nacchere, imprimendo uno stile personale e inconfondibile alle sue esibizioni, accompagnata dalla chitarra classica o dal pianoforte, o con prestigiose orchestre sinfoniche.
Xavier de Maistre e Lucero Tena hanno appena realizzato un cd, intitolato Serenata Española, uscito per Sony Classics.