È diventata l’icona stessa del rock, ha attraversato tutti i generi e gli stili, ha lasciato un segno indelebile sulla storia della musica degli ultimi fragorosi decenni e ha un ruolo sempre più importante sulle traiettorie della musica contemporanea: chi, se non sua maestà la chitarra elettrica? Per l’edizione che celebra lo straordinario contributo degli Stati Uniti alla musica come la conosciamo oggi, Ravenna Festival ha dedicato una settimana allo strumento principe della popular music, con appuntamenti a Ravenna, Russi e Comacchio. Sabato 23 e domenica 24 giugno il Delta del Mississippi e quello del Po saranno idealmente uniti per una due giorni – prima a Porto Garibaldi, a partire dalle ore 19 e poi nelle Valli di Comacchio – dal sapore blues: momenti musicali lungo il porto canale, note sul mare e sotto le stelle, l’eco di grandi stagioni della canzone italiana – con la partecipazione di Eugenio Finardi, Antonio Gramentieri e Vince Vallicelli – ma anche l’avventura a piedi e in battello in partenza alle 15.30 di domenica.
Si rinnova la collaborazione tra Ravenna Festival e Comune di Comacchio, quest’anno con un doppio appuntamento che porta la cittadina lagunare nel cuore del Festival. L’articolato affresco sonoro in omaggio alla chitarra elettrica, inventata nel 1931 negli States, è infatti uno degli appuntamenti chiave di questa XXIX edizione della manifestazione ravennate, partita alla scoperta dello sconfinato paesaggio musicale americano. E se la storia della chitarra elettrica è scritta anche dai generi che questo strumento ha visitato nel corso della propria folgorante carriera – di blues, di rock, di minimalismo – è una storia fatta di territori diversi, che si riflettono nei luoghi di spettacolo: il progetto We Sing the Body Electric sbarca quindi anche a Porto Garibaldi, per poi risalire la corrente fino al cuore delle Valli di Comacchio.
Il viaggio del Festival nelle vene dell’America continua infatti sulle sponde del Mississippi, o meglio su quelle del Po, per un ideale incontro fra i delta dei due fiumi. Sabato 23 giugno Il Blues dei Delta prende spunto dalle esperienze di contaminazione blues-mediterraneo di Antonio Gramentieri – Don Antonio su disco e palco – per una serata pensata su misura per Porto Garibaldi. Un’idea amplificata e allargata di blues, con profumi d’America, ma anche di Asia e Africa, in costante rimbalzo su due sponde dell’oceano e dei mari nostri: “c’è tutto quello che mi piace – spiega Don Antonio – melodie romantiche, strappi blues, twang adriatici, aiuole fiorite, navi al porto…”. Aggiungi Eugenio Finardi, uno degli interpreti più originali della canzone d’autore italiana, sempre in bilico fra Italia e America, per il quale il blue è “un omaggio alla libertà: una musica che parlava il linguaggio della strada, della sofferenza, ma riesce a farlo con una componente sensuale che profuma di ribellione, affidata alle note di chitarre elettriche che sanno di avventura e di luoghi esotici”. Il crocevia fra Romagna, Africa e Mississippi è invece affidato alle percussioni del forlivese Vince Vallicelli, il cui temperamento estroverso e trainante gli ha conquistato la fama di un motore inarrestabile sul palco di cantautori italiani come Gianna Nannini o lo stesso Finardi, ma anche di cantanti che spaziano tra soul, blues, rhythm & blues (Shirley King, Karen e Jeanne Carroll, Cheryl Porter…).
Ecco svelarsi così una mappa di interventi musicali – in solo o a gruppi – disseminati lungo il porto canale di Porto Garibaldi – Guitars in Blues a partire dalle 19 – fino al gran finale alle 21.30, Sunset Adriatico Blues su Piazzale Paradiso; entrambi appuntamenti a ingresso libero. La prima parte della serata vedrà impegnata la band InnerFusion, che fonde sonorità jazz, funky, rock e blues e si fa contaminare dalla world music mentre si ispira ai classici del passato; ma anche la Mike Coacci Bandcon un blues-rock di sapore americano che strizza l’occhio alle atmosfere di Jimi Hendrix. E ancora Marco Rosetti e Mirko Guerra, che affrontano anche i brani più seriosi con leggerezza e un tocco d’improvvisazione. Un altro duo completa l’affresco musicale, i 2 in blues Michele Mazzotti e Antonio Gianstefani, nonno e nipote nel segno del blues. A spostarsi tra una costellazione e l’altra, la chitarra elettrica di Luca Nostro. E per Sunset Adriatico Blues vista mare e tutti i musicisti coinvolti, forse senza rinunciare a un tocco nostalgico, là dove il blu di mare, notte e musica incontra le grandi stagioni della canzone italiana: accanto ai grandi classici che hanno fatto la storia del blues e alle composizioni originali, “vogliamo lasciare grande spazio all’improvvisazione – sottolinea Finardi – alle sensazioni del momento, cambiare traiettoria all’improvviso. Per cui, se chi sarà presente mi chiederà di cantare Musica ribelle o Extraterrestre, perché no? Lo farò con piacere…ma in versione blues”.
Domenica 24 giugno (partenza alle 15.30 dal Bettolino di Foce) un altro percorso si snoda lungo il Delta del Po e nelle Valli di Comacchio, con il concerto trekking dalle tinte blues, realizzato in collaborazione con Trail Romagna. A piedi e in battello fino alle antiche saline dove, fra fenicotteri rosa e casoni, si erge il posto di guardia estense, la cinquecentesca Torre Rossa da cui oggi lo sguardo può spaziare fino a scoprire il mare, Comacchio, le valli. Delizia per gli occhi, ma anche per le orecchie e il palato: un quartetto blues (Don Antonio, chitarra; Roberto Villa, contrabbasso; Franz Valtieri, sassofoni e Vince Vallicelli alle percussioni) attende infatti il pubblico al casone Serilla, vero e proprio emblema della vita dei vallanti, che attraverso stazioni di pesca come questa potevano dedicarsi alla cattura delle anguille nel labirinto-trappola del lavoriero; al Bettolino di Foce invece l’immancabile momento gastronomico della tradizione. Parte del quartetto la chitarra di Antonio Gramentieri e le percussioni di Vince Vallicelli, per interpretare un blues delle acque: “a volte pacifico, a volte turbolento, ma sempre liquido, sempre pronto a cullare, a tracimare e diffondersi nello spazio – lo descrive Don Antonio – ma è anche un concerto per un’avventura”.
Info e iscrizioni (10 euro – numero chiuso, max 200 persone): telefoniche 338 5097841; online (www.trailromagna.com); presso Ravenna Darsena Pop Up tel. 340 3023930
Si ringrazia DECO Industrie, che torna quest’anno ad affiancare il Festival: con oltre 70 anni di storia, il gruppo che nel settore alimentare ha fatto della qualità e del made in Italy la propria missione e forza si lega a un progetto che – con appuntamenti musicali a Ravenna, Russi e Comacchio – ne riflette la vocazione al dialogo con più territori.
Si rinnova la collaborazione tra Ravenna Festival e Comune di Comacchio, quest’anno con un doppio appuntamento che porta la cittadina lagunare nel cuore del Festival. L’articolato affresco sonoro in omaggio alla chitarra elettrica, inventata nel 1931 negli States, è infatti uno degli appuntamenti chiave di questa XXIX edizione della manifestazione ravennate, partita alla scoperta dello sconfinato paesaggio musicale americano. E se la storia della chitarra elettrica è scritta anche dai generi che questo strumento ha visitato nel corso della propria folgorante carriera – di blues, di rock, di minimalismo – è una storia fatta di territori diversi, che si riflettono nei luoghi di spettacolo: il progetto We Sing the Body Electric sbarca quindi anche a Porto Garibaldi, per poi risalire la corrente fino al cuore delle Valli di Comacchio.
Il viaggio del Festival nelle vene dell’America continua infatti sulle sponde del Mississippi, o meglio su quelle del Po, per un ideale incontro fra i delta dei due fiumi. Sabato 23 giugno Il Blues dei Delta prende spunto dalle esperienze di contaminazione blues-mediterraneo di Antonio Gramentieri – Don Antonio su disco e palco – per una serata pensata su misura per Porto Garibaldi. Un’idea amplificata e allargata di blues, con profumi d’America, ma anche di Asia e Africa, in costante rimbalzo su due sponde dell’oceano e dei mari nostri: “c’è tutto quello che mi piace – spiega Don Antonio – melodie romantiche, strappi blues, twang adriatici, aiuole fiorite, navi al porto…”. Aggiungi Eugenio Finardi, uno degli interpreti più originali della canzone d’autore italiana, sempre in bilico fra Italia e America, per il quale il blue è “un omaggio alla libertà: una musica che parlava il linguaggio della strada, della sofferenza, ma riesce a farlo con una componente sensuale che profuma di ribellione, affidata alle note di chitarre elettriche che sanno di avventura e di luoghi esotici”. Il crocevia fra Romagna, Africa e Mississippi è invece affidato alle percussioni del forlivese Vince Vallicelli, il cui temperamento estroverso e trainante gli ha conquistato la fama di un motore inarrestabile sul palco di cantautori italiani come Gianna Nannini o lo stesso Finardi, ma anche di cantanti che spaziano tra soul, blues, rhythm & blues (Shirley King, Karen e Jeanne Carroll, Cheryl Porter…).
Ecco svelarsi così una mappa di interventi musicali – in solo o a gruppi – disseminati lungo il porto canale di Porto Garibaldi – Guitars in Blues a partire dalle 19 – fino al gran finale alle 21.30, Sunset Adriatico Blues su Piazzale Paradiso; entrambi appuntamenti a ingresso libero. La prima parte della serata vedrà impegnata la band InnerFusion, che fonde sonorità jazz, funky, rock e blues e si fa contaminare dalla world music mentre si ispira ai classici del passato; ma anche la Mike Coacci Bandcon un blues-rock di sapore americano che strizza l’occhio alle atmosfere di Jimi Hendrix. E ancora Marco Rosetti e Mirko Guerra, che affrontano anche i brani più seriosi con leggerezza e un tocco d’improvvisazione. Un altro duo completa l’affresco musicale, i 2 in blues Michele Mazzotti e Antonio Gianstefani, nonno e nipote nel segno del blues. A spostarsi tra una costellazione e l’altra, la chitarra elettrica di Luca Nostro. E per Sunset Adriatico Blues vista mare e tutti i musicisti coinvolti, forse senza rinunciare a un tocco nostalgico, là dove il blu di mare, notte e musica incontra le grandi stagioni della canzone italiana: accanto ai grandi classici che hanno fatto la storia del blues e alle composizioni originali, “vogliamo lasciare grande spazio all’improvvisazione – sottolinea Finardi – alle sensazioni del momento, cambiare traiettoria all’improvviso. Per cui, se chi sarà presente mi chiederà di cantare Musica ribelle o Extraterrestre, perché no? Lo farò con piacere…ma in versione blues”.
Domenica 24 giugno (partenza alle 15.30 dal Bettolino di Foce) un altro percorso si snoda lungo il Delta del Po e nelle Valli di Comacchio, con il concerto trekking dalle tinte blues, realizzato in collaborazione con Trail Romagna. A piedi e in battello fino alle antiche saline dove, fra fenicotteri rosa e casoni, si erge il posto di guardia estense, la cinquecentesca Torre Rossa da cui oggi lo sguardo può spaziare fino a scoprire il mare, Comacchio, le valli. Delizia per gli occhi, ma anche per le orecchie e il palato: un quartetto blues (Don Antonio, chitarra; Roberto Villa, contrabbasso; Franz Valtieri, sassofoni e Vince Vallicelli alle percussioni) attende infatti il pubblico al casone Serilla, vero e proprio emblema della vita dei vallanti, che attraverso stazioni di pesca come questa potevano dedicarsi alla cattura delle anguille nel labirinto-trappola del lavoriero; al Bettolino di Foce invece l’immancabile momento gastronomico della tradizione. Parte del quartetto la chitarra di Antonio Gramentieri e le percussioni di Vince Vallicelli, per interpretare un blues delle acque: “a volte pacifico, a volte turbolento, ma sempre liquido, sempre pronto a cullare, a tracimare e diffondersi nello spazio – lo descrive Don Antonio – ma è anche un concerto per un’avventura”.
Info e iscrizioni (10 euro – numero chiuso, max 200 persone): telefoniche 338 5097841; online (www.trailromagna.com); presso Ravenna Darsena Pop Up tel. 340 3023930
Si ringrazia DECO Industrie, che torna quest’anno ad affiancare il Festival: con oltre 70 anni di storia, il gruppo che nel settore alimentare ha fatto della qualità e del made in Italy la propria missione e forza si lega a un progetto che – con appuntamenti musicali a Ravenna, Russi e Comacchio – ne riflette la vocazione al dialogo con più territori.