Quattro scenari per il futuro della Vena del Gesso: “Confidiamo che la Regione tuteli l’ambiente” | VIDEO

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I prossimi saranno i mesi nei quali verrà stabilito il futuro della Vena del Gesso. Consegnato in Regione lo studio per la valutazione dell’area di Monte Tondo, sono iniziate le riflessioni sui possibili scenari futuri del Polo Unico Regionale del Gesso e quindi della cava e della realtà estrattiva, la Saint Gobain, che oggi impiega un’ottantina di persone, in attesa della decisione finale della stessa Regione. Quattro gli scenari possibili evidenziati dallo studio: lo scenario A, denominato “alternativa zero” prevede la chiusura della cava entro il 2022, alla scadenza della concessione, creando però un problema occupazionale non essendo stato studiata in questi anni una transizione; lo scenario B ipotizza lo sfruttamento della cava per altri 10 anni, ma senza valicare gli attuali confini, consentendo l’estrazione di 1 milione e 700 mila metri cubi di materiale, ampiamente superiore ai livelli estrattivi odierni; lo scenario C amplierebbe i confini della cava, aumenterebbe di 1 milione di metri cubi il materiale estraibile, e ipotizzerebbe ulteriori scavi per livellare il paesaggio e non creare disomogeneità; lo scenario D prevederebbe la riesumazione di un vecchio piano di estrazione, che coinvolgerebbe zone fuori dagli attuali confini, con 8 milioni di metri cubi di materiale estraibile, già considerato in passato un’enormità. Nel mezzo della discussione fra tutela dell’ambiente e sfruttamento del territorio rientrano un confine della cava giudicato invalicabile e superato invece nel 2001. Un secondo confine oggi al centro dei possibili scenari, le leggi che dovrebbero tutelare Monte Tondo e le realtà carsiche uniche nel mondo, come la Grotta del Re Tiberio, oggi considerata in pericolo, e una stima completamente difforme del gesso estraibile: quasi 3 milioni di metri cubi per lo studio; appena 788 mila metri cubi per la Saint Gobain, che si andrebbero a ridurre a 520 mila.

Dopo le critiche arrivate dalla Saint Gobain allo studio, oggi sono arrivate le considerazioni del collettivo “Salviamo la Vena del Gesso”, guidato dalla Federazione Speleologica Regionale  dell’Emilia Romanga, che in questi mesi ha manifestato per chiedere la cessazione delle attività estrattive e la salvaguardia del territorio