“Se mi lasci ti rovino”, “Puttana”, “Dove cazzo sei stata? Dammi il cellulare”, “Stai zitta, devi obbedirmi”, “Ma quanto hai speso, non sai nemmeno fare la spesa”, “Per chi ti sei vestita così”: sono alcune frasi, vere, dette da uomini a donne.
Non solo parole, ma già violenza. Imparare a riconoscerla significa saper chiedere aiuto. È questo il senso della campagna di sensibilizzazione “Se te lo dice è violenza” che l’Emilia-Romagna lancia a partire dal 2024 in strade e piazze delle sue città. Manifesti rossi, con le frasi della violenza che campeggiano in nero e l’invito a chiamare i centri antiviolenza, con un codice Qr da fotografare con lo smartphone per avere più informazioni.
Frasi non innocue, ma dure come schiaffi, che umiliano e minano l’autostima delle donne, oltre a sfociare nelle offese e nel turpiloquio. Dodici frasi per 12 manifesti, uno per ciascun mese, che scandiranno l’intero prossimo anno, da gennaio a dicembre, per una campagna di comunicazione duratura per tenere sempre alta l’attenzione.
“I femminicidi sono la ‘punta dell’iceberg’ di un fenomeno molto più esteso, che è la violenza di genere – sottolinea Cristina Magnani, presidente del coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna – È importante chiarire che le parole non sono indifferenti. Insulti, denigrazioni, svilimenti sono il primo segnale di una personalità prepotente, padronale e costituiscono violenza essi stessi”.