Si apprende dalla stampa locale che gli ordini dei medici di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini hanno promosso il manifesto “5 punti per una nascita sicura” al quale hanno aderito la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) Emilia Romagna, Confederazione Italiana Pediatri (Cipe) Emilia Romagna. Cinque proposte che indicano, tra l’altro, la necessità di fare in modo che le donne partoriscano in strutture idonee con i requisiti di appropriatezza, sicurezza e qualità indicati dalla ricerca scientifica e definiti da un accordo firmato da Stato e Regioni nel 2010.
Ma sono passati 8 anni ….
E per questo propongono di chiudere i punti nascita degli ospedali di Faenza e di Lugo.
Il Popolo della Famiglia di Faenza e di Lugo ringrazia per le sollecitazioni ma sostiene fermamente la necessità che, invece, i bambini possano continuare a nascere sia a Faenza che a Lugo: strutture, medici, personale infermieristico sono adeguati e competenti per assistere sia la madre che il bambino. E comunque, rientrano nei parametri del decreto Balduzzi.
Il Popolo della Famiglia sostiene e propone politiche più ampie a difesa della vita e della famiglia, che aiutino a far aumentare i numero dei bambini e a contrastare la denatalità che sempre più fortemente penalizza il presente e il futuro del nostro Paese.
Infine, sembra che il confronto in atto sul tema dei punti nascita con i tecnici del Ministero della Salute sia molto concreto e si basi sulla ridefinizione di parametri che tengono conto di alcune questioni oggettive: una realtà profondamente cambiata dal 2010, le necessità concrete e dimostrate dei residenti in alcune zone territoriali e le caratteristiche sociali – tutti elementi che portano a definire la necessità di una continuità dei servizi esistenti