Che esistano evidenti ritardi sul piano di gestione credo che non ci siano dubbi. Che l’oasi fosse un giardino quando la gestione era in capo agli ambientalisti invece ce ne sono non pochi per non dire molti, stendendo un velo pietoso sugli sfalci della Valle Mandriole, meglio conosciuta come “valle della canna”.
Nell’ambito dei siti di interesse ambientale del nostro territorio – mi piacerebbe essere smentito nei fatti – vige il concetto di riequilibrio ambientale spontaneo che è un patrimonio mentale degli ambientalisti, che perseguono i loro obiettivi utilizzando la leva del consenso politico a questa o quella maggioranza, col solo scopo di essere influenzatori del proprio fine personale, ovvero essere gli unici depositari del verbo in materia ambientale.
La storia di questo territorio racconta invece un’altra verità. La battaglia politica per salvare Punte Alberete dalle bonifiche del primo dopoguerra è stata condotta da esponenti del mondo venatorio che hanno per primi identificato l’immensa importanza di quella porzione di territorio, avocandola alla salvaguardia delle specie acquatiche migratorie e non.
E il mondo venatorio ne ha mantenuto inalterate nel tempo quelle caratteristiche che la rendono unica, attraverso l’intervento dell’uomo nel rispetto dell’ambiente, fino a quando non è prevalso il concetto di protezione fine a se stessa al posto di una sana politica gestionale di equilibrata conservazione.
Risulta chiaro quindi che non possono esserci punti di contatto fra queste posizioni: il mondo venatorio è per la conservazione equilibrata e supportata dall’azione dell’uomo; l’ambientalismo cieco è unicamente per la protezione tout court che molte volte è essa stessa fattore di squilibrio e distruzione. Dimostrazione ne sono quelle oasi lasciate a se stesse.
Come risulta altresì chiaro che questo è l’unico Paese in Europa dove non esistono sinergie positive fra cacciatori e ambientalisti. D’altronde questo è pure il Paese dove le minoranze considerano nemici tutti quelli che hanno idee diverse dalle loro.