Un atto ufficiale per chiedere tempi certi sulla riforma dell’ordinamento degli enti locali, fondamentale per dare un senso all’operazione Provincia unica di Romagna tornata di attualità in questi giorni. Lo ha presentato il deputato romagnolo Marco Di Maio, con una interrogazione a risposta immediata al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, depositata in Commissione Affari costituzionali, Presidenza del Consiglio e Interni dove Di Maio ricopre il ruolo di capogruppo per Italia Viva.
“Nonostante gli annunci, risalenti ai mesi passati – ricorda Marco Di Maio -, di prossima discussione del provvedimento in Consiglio dei Ministri e successivo svolgimento dell’iter parlamentare, alla data di presentazione della presente interrogazione il testo non risulta approdato in Consiglio dei ministri”.
Il deputato chiede alla ministra “a che punto si trova l’approvazione del disegno di legge di riforma del Testo unico dell’ordinamento degli enti locali e quali iniziative si intende porre in essere per dare un quadro giuridico rinnovato e certo alle autonomie locali”.
“Questa revisione del Testo unico degli enti locali – spiega il deputato romagnolo – è di particolare importanza per poter sperare di aprire un concreto e utile percorso di fusione delle tre province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Esso, infatti, interviene direttamente sulle Province prevedendo l’ampliamento delle funzioni fondamentali – aggiungendo, tre le altre, quelle relative all’adozione del piano strategico triennale, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale, la pianificazione territoriale di protezione civile, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente – reintroduce la Giunta provinciale e allinea i mandati di Consiglio e Presidenza a cinque anni”.
Un altro tema che sarebbe oggetto di modifica con la riforma del testo unico degli enti locali sarebbe quello delle fusioni di comuni. “E’ un argomento che in ambito romagnolo andrebbe affrontato con più coraggio – afferma ancora Marco Di Maio -. Ci sono amministrazioni comunali che a stento riescono a garantire i servizi minimi ed essenziali, in alcuni casi nemmeno quelli. Mantenere delle amministrazioni autonome di poche centinaia di abitanti in un territorio omogeneo è una assurdità. Non per i costi economici, che sono risibili; ma per una questione di efficienza, capacità progettuale e di risposte ai bisogni effettivi di persone e imprese”.
L’interrogazione a risposta immediata depositata dal parlamentare romagnolo sarà discussa mercoledì 22 alla presenza di un rappresentante del ministero.