Con una nota inviata alle redazioni giornalistiche, Resistenza Popolare esprime il suo “sconcerto e la sua preoccopazione alla notizia del proscioglimento dei miltanti neofascisti che qualche anno fa inscenarono una squallida esibizione al cimitero di Ravenna”.
Non ci siamo comunque meravigliati. Da molti anni una torsione autoritaria avvolge la società italiana, e non solo a causa dell’attuale governo. Movimenti, come quello fascista che, storicamente, ha fatto dell’autoritarismo la sua ragion d’essere, sono tollerati e, forse, incoraggiati.
Segnali preoccupanti si stanno succedendo da tempo: giovani presi a manganellate, studenti repressi dalle autorità scolastiche per aver espresso, fuori dalla scuola, le proprie idee, intellettuali stigmatizzati e censurati se osano contestare la narrazione corrente, sia che si tratti della pandemia piuttosto che della guerra in Ucraina o della strage di Gaza. E la tendenza continua ad accentuarsi, ci sono proposte di pene detentive severissime per chi manifesta in difesa dell’ambiente o per i propri diritti sul lavoro”.
Riteniamo che la democrazia liberale sia sul punto di non essere più una democrazia. Riteniamo si avvicini il divorzio tra capitalismo e libertà personale. Il capitalismo neoliberista, in crisi di consensi, si appresta a rottamare il concetto di libertà per sostituirlo con quello di autorità.
Il capitalismo finaziario, egemone in Occidente, si appresta all’ennesima ristrutturazione e non può tollerare voci dissonanti e manifestazioni di dissenso.
La vicenda evidenzia anche l’inconsistenza di una via giudiziaria alla risoluzione di problemi. La magistratura ha dimostrato di essere permeabile agli umori che circolano nella società, nel bene e nel male.
Solo la mobilitazione dei cittadini, dei lavoratori, degli intelletuali, può fermare questa deriva.
Solo l’impegno di tutti ci può mantenere il diritto a manifestare il nostro pensiero anche quando non è coerente con ciò che sostengono i poteri economici finanziari”