Il Premio, giunto alla quattordicesima edizione, sottolinea ogni anno – attraverso segnalazioni dalla base del mondo teatrale, artisti e operatori del settore – un maestro del teatro, e, alternativamente, un progetto creativo e un critico teatrale emergente.
Questa la motivazione al Premio per il progetto Malagola:
“Voce naturale, voce microfonata, spettacolo live sul palco, spettacolo in digitale, unplugged, microfono gelato, microfono ad archetto, microfono wireless, microfono dinamico: vocaboli che nell’ultimo decennio sono entrati di prepotenza nel lessico corrente del teatro. Perché stiamo vivendo un teatro in fase di trasformazione che sempre più si va tecnologizzando nelle forme e nelle strutture, un teatro che ha sempre più necessità di interpreti coscienti delle potenzialità messe a disposizione dalla tecnica. Non più solo la consapevolezza della propria corporalità, del senso dei movimenti nello spazio scenico, delle intonazioni, delle espressioni. L’interprete d’oggi deve comprendere come porre in relazione i talenti e le risorse di cui la natura l’ha dotato con una tecnologia nuova, dalle mille valenze e dai mille sviluppi che vanno a sommarsi e a interferire con le sue capacità e le funzioni espressive. L’interprete d’oggi non trova però molte scuole a cui attingere esperienze al riguardo. Il progetto Malagola, Scuola di vocalità e Centro internazionale di studi sulla voce, avviato a Ravenna e guidato da Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi, si pone all’avanguardia in questo percorso e, partendo dalla propria esperienza e dall’idea che ‘tutto è suono’, inizia a formare oggi l’attore del futuro. Importante diventa dunque segnalare in questo preciso momento storico l’attività che si svolge oggi in Romagna con l’apporto di maestri e teorici come Mariangela Gualtieri. Anche dalle esperienze vocali sperimentate da Demetrio Stratos, Carmelo Bene, Leo De Berardinis, Maria Callas o Janis Joplin e analizzate a fondo nel Centro di Ricerca Malagola, potrà nascere l’interprete teatrale di domani, cosciente del rapporto tra l’emissione della propria voce e il suono percepito dallo spettatore/uditore. Con probabili errori e vicoli ciechi, ma anche con sicure scoperte e fruttuose pratiche da inventare e sperimentare insieme – docenti e discenti – tutti da seguire e tenere sotto osservazione nella loro evoluzione”.