In queste settimane il Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DiSCi) dell’Università di Bologna, sede di Ravenna, sta portando avanti a Corinaldo (Ancona) in zona Nevola, un innovativo progetto di archeologia preventiva denominato ‘ArcheoNevola’.
Il progetto, diretto da Federica Boschi, docente e ricercatrice del Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DiSCi) dell’Università di Bologna, in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche (con concessione del MiBACT), nasce dalla collaborazione siglata da protocollo di intesa fra il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, sede di Ravenna, il Comune di Corinaldo, il Consorzio Città Romana di Suasa e la Fondazione Flaminia.
La previsione di realizzare un complesso sportivo lungo la via Nevola, è stata l’occasione per avviare un’operazione volta alla conoscenza preliminare del potenziale archeologico dell’area individuata per la progettazione. Le attività svolte a questo scopo hanno portato a scoprire una nuova area archeologica e a costruire il progetto ora in corso, che proseguirà fino al 21 luglio e vedrà la realizzazione di attività di studio, formazione e ricerca.
È prevista la partecipazione di numerosi ricercatori e studenti dell’Università di Bologna, oltre che di specialisti del campo dell’archeologia e del restauro di provenienza nazionale e internazionale.
Nelle cinque settimane di attività, saranno complessivamente circa trenta i partecipanti, molti dei quali studenti di archeologia e di conservazione e restauro dei beni culturali, dell’Università di Bologna e del Campus di Ravenna. Tra le collaborazioni attivate dal progetto ArcheoNevola figura quella con la laurea a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni culturali dell’Università di Bologna con sede a Ravenna, che permetterà a docenti e studenti del corso di svolgere un’importante esperienza di restauro in cantiere per tutta la durata delle attività. Per Archeologia, invece, il gruppo di lavoro prevede la compresenza di studenti di vario livello, dai più giovani della laurea triennale a quelli della laurea magistrale fino ai più esperti allievi della Scuola di specializzazione in beni archeologici.
L’equipe di lavoro sarà inoltre formata da numerosi specialisti che si occuperanno dei vari aspetti della documentazione archeologica e dell’analisi dei reperti anche in laboratorio, grazie alla disponibilità e al coinvolgimento di ricercatori di eccellenza del Dipartimento di Storia Culture Civiltà e del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna, sede di Ravenna.
“Il progetto – spiega Federica Boschi – si segnala per la rilevanza scientifica: sarà infatti l’occasione per applicare le innovative tecniche di esplorazione non invasiva del sottosuolo e di mappatura geognostica estensiva che sono sempre più un tratto distintivo e caratterizzante della sede di Archeologia di Ravenna”. Le ricerche geofisiche saranno condotte dal Laboratorio di Geofisica del DiSCi dell’Università di Bologna, in collaborazione con la società francese Geocarta e con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma.
“Con il progetto ArcheoNevola – concorda Lanfranco Gualtieri, presidente di Fondazione Flaminia – Ravenna si conferma punto qualificato per l’archeologia preventiva. Il nostro obiettivo – aggiunge – è continuare a sostenere questa specifica connotazione ravennate degli studi in campo archeologico, nonché rafforzare la forte connessione fra ricerca e didattica che altresì qualifica il nostro insediamento a livello nazionale”.