«Apprendiamo dalla stampa dell’intervento di Lista per Ravenna e di Forza Italia per far luce sulla preoccupante vicenda dei fenomeni di violenza che si sono verificati, a fine ottobre, presso alcune stanze di una struttura ricettiva ravennate. La drammatica situazione, pur emersa inizialmente sulla stampa con toni sommessi, dovrebbe suggerire alle altrimenti loquaci esponenti del mondo femminista e sindacal-femminista più oltranzista, pronte a minacciare gravi provvedimenti allorché turbate dai manifesti di Pro Vita & Famiglia sull’aborto e sul gender, un pronto ed indignato commento a tutela delle donne coinvolte in questo sistema di violenza: un commento che ci risulta non sia stato pronunciato, quantomeno in pubblico», così SimoneOrtolani, referente regionale di Pro Vita & Famiglia Onlus.
«Perché questo silenzio da parte delle influenti e ampiamente celebrate sigle del panorama femminista più radicale? Nel contesto della violenza e degli abusi, ci sono forse donne di serie A e donne di serie B, le prime da tutelare, le altre, quasi sempre migranti, da ignorare e da lasciare al loro destino? E’ forse così lontano dai loro salotti pensare che, purtroppo, anche a Ravenna possa esistere la piaga del racket criminale che schiavizza e umilia le donne? Da parte nostra faremo di tutto per denunciare quanto accaduto e sensibilizzare anche il Governo e i parlamentari a noi vicini. Le Istituzioni, in collaborazione con le associazioni del terzo settore con maggiore esperienza in materia, memori del luminoso esempio di don Oreste Benzi, sono infatti chiamate ad adottare tutte le misure necessarie per avvicinare le donne schiavizzate, ascoltarne le storie e i bisogni e aiutarle a cambiare vita. Le volontarie locali e regionali di Pro Vita & Famiglia sono a disposizione per offrire concretamente tutto l’aiuto necessario per favorire il processo di liberazione di queste persone sfortunate, spesso straniere, e marginalizzate dalla società», conclude Ortolani.