Tutto sull’Albergo Vittoria. E’ questo l’oggetto della prossima visita guidata Pro Loco Faenza, sabato 2 aprile alle 15. Il “Vittoria” come tale aprì nel 1897, ma in precedenza l’edificio aveva ospitato l’Albergo “Canon d’Oro” (da cui il nome tuttora in uso nel vicoletto retrostante) fin dal 1865 e il “Firenze” fin dal 1887.
Il nome “Vittoria” gli venne assegnato per l’esito della Guerra d’Africa, in realtà una disfatta per l’Italia – basta citare Adua – ma fatta passare per vittoriosa in seguito agli accordi commerciali che ci fecero avere l’Eritrea. Nel 1905 l’ingegnere brisighellese Vincenzo
Ferniani progettò una nuova facciata, sfrenatamente liberty secondo la moda dell’epoca; la versione definitiva (quella tuttora visibile) venne realizzata in maniera più sobria al fine di attutire il contrasto con il severo neoclassicismo dei palazzi circostanti. L’evento più noto avvenne nel 1909 quando il giovanissimo (21 anni) affrescatore Giovanni Guerrini venne incaricato di decorare il soffitto delle prime tre stanze al pian terreno. Guerrini era aggiornato sulle novità klimtiane e della Secessione Viennese in generale e aveva certamente avuto rapporti con Galileo Chini, venuto a Faenza per l’Esposizione Torricelliana del 1908.
Si ipotizza anzi che Chini, già intriso di suggestioni orientaleggianti, avesse dato a Guerrini i cartoni con gli uccelli esotici da cui ricavare i meravigliosi disegni che compongono il soffitto. Lo stesso Guerrini dipinse anche i paesaggi – con i tre colli di Brisighella e il Cervino – di una stanza al piano superiore; altre due stanze degli ex palazzi Severoli e Cantoni, accorpati per la realizzazione dell’albergo, erano state decorate da Felice Giani e bottega nel primo Ottocento. In queste stanze “storiche” soggiornarono Gabriele d’Annunzio, Giosuè Carducci e il critico d’arte Ernst Gombrich.
La visita Pro Loco consentirà di vedere i lavori guerriniani al pian terreno, le tre stanze al piano se possibile, poi certamente le collezioni di ceramica allestite in varie sale: si tratta di pezzi di Castelli d’Abruzzo dagli anni Venti ai Cinquanta raccolti da Potito Randi, padre dell’attuale proprietario che ha ulteriormente arricchito le collezioni inserendo sculture di Carlo Zauli, Guerrino Tramonti, Leandro Lega. Una spettacolare “cascata” con ciotole, brocche, piatti di ceramisti faentini contemporanei è stata inoltre allestita nella tromba
delle scale. Un soffitto anni Sessanta dell’architetto Filippo Monti completerà la visita.
E’ richiesto un contributo destinato a fini culturali di 5 euro; 3 euro per i soci Pro Loco Faenza.
Ritrovo ore 15.00, presso Pro Loco – Voltone della Molinella.
Prenotazione obbligatoria, posti limitati, comportamenti adeguati alle normative di emergenza sanitaria.