Spiega il presidente Marino Moroni: “A fine giugno abbiamo contattato l’assessorato al Turismo per capire quali fossero le norme per gli spettacoli pirotecnici. L’assessorato, dopo aver sentito la Prefettura, ci ha spiegato che per il lancio di fuochi artificiali che partono dall’arenile, che hanno una fascia di rispetto di 50/60 metri, la responsabilità del distanziamento tra gli spettatori per le norme Covid è del concessionario dove gli spettatori stazionano. Per spettacoli come quello che organizziamo noi, il cui lancio solitamente avviene dalla zona portuale con una fascia di rispetto di 150 metri e le zone degli spettatori non sono concessionate a nessuno, la responsabilità del distanziamento è invece dell’organizzatore. Va da sé che come Pro Loco che da sempre organizza lo spettacolo soltanto con le proprie forze, non ha le possibilità di garantire questo tipo di sicurezza”. Questo, conclude il presidente Moroni,” è il motivo principale per cui abbiamo rinunciato all’organizzazione dei fuochi di Ferragosto”.
In secondo luogo, poi, c’è la questione economica: “I fuochi li abbiamo sempre finanziati con le nostre solo forze, utilizzando i proventi dei mercati delle sagre. Il Comune, spostando il mercato ambulante in viale delle Nazioni (nel tratto da piazza D. Markus a via Don Verità) ed organizzandolo di sera, di fatto ci ha cancellato le entrate senza sostituirla con altre: in quel tratto di strada abbiamo infatti sempre organizzato il mercato della varie sagre ma ora non è più possibile e, di conseguenza, senza questi proventi non siamo in grado di finanziare lo spettacolo che costa diecimila euro”.