Scarpe di tutte le misure cartelli, fogli, messaggi, disegni. Priorità alla Scuola venerdì sarà in Piazza del Popolo a Faenza dalle 11.30 alle 13 per tornare a chiedere la riapertura delle scuole. La manifestazione, organizzata con la volontà di rispettare le norme di distanziamento, rappresenta uno sciopero contro la didattica a distanza. Il gruppo formato da studenti, genitori e docenti si unisce quindi allo sciopero proclamato dai docenti del sindacato Cobas e sostenuto da CNPS in tutta Italia.
Durante la manifestazione, Priorità alla Scuola, oltre a chiedere la riapertura degli istituti, tornerà a proporre le proprie richieste: ridurre il numero di studenti per classi, assunzione di docenti e personale scolastico, interventi di edilizia scolastica
Saremo in piazza per chiedere la riapertura delle scuole: perché sono state chiuse troppo a lungo; perché sono chiuse di nuovo in quasi tutta Italia mentre le principali attività economiche e produttive sono aperte; perché da un anno la chiusura della scuola è una scelta politica facile e senza costi per lo Stato, che li scarica tutti su genitori e giovani alle prese con crescenti problemi di ritardi nella formazione e di disagio psicofisico; perché è ora di smetterla di rubare il tempo – il loro presente e il loro futuro – alle e ai minorenni che vivono in Italia.
Saremo in piazza per chiedere che le risorse del Recovery Fund siano vincolate a rilanciare la Scuola pubblica e i diritti all’istruzione e allo studio a cui devono essere restituiti il ruolo e la centralità che spettano loro. Vogliamo che quelle risorse servano:
– a ridurre a 20 il numero massimo di alunni per classe (15 in presenza di alunni speciali);
– a garantire la continuità didattica e la sicurezza, assumendo con concorsi per soli titoli i docenti con 3 anni scolastici di servizio e gli Ata con 24 mesi;
– a intervenire massicciamente nell’edilizia scolastica per avere spazi idonei a una scuola in presenza e in sicurezza. Dobbiamo vincere la battaglia sul Recovery Fund, perché altrimenti l’apertura delle scuole sarà sempre sotto minaccia e sotto ricatto. Nelle condizioni attuali, qualsiasi “emergenza” potrà essere invocata per ricorrere alla chiusura, e di conseguenza alla didattica digitale a distanza. Dobbiamo vincere la battaglia sul Recovery Fund per scongiurare una riforma della scuola fondata sulla didattica digitale a distanza, e di conseguenza sulla disuguaglianza e sull’abbandono scolastico, e aprire la strada alla riforma della scuola che noi vogliamo.