“CONSIGLIO COMUNALE ESCLUSO – Per un mese dall’esplosione alluvionale che ha colpito drammaticamente Ravenna, il Consiglio comunale, massima rappresentanza elettiva della comunità locale, è stato rigorosamente escluso, con tutti i suoi componenti, anche di maggioranza, che non fossero del PD, dal benché minimo coinvolgimento o presenza, perfino dall’informazione. L’opposizione, lavorando in silenzio coi suoi esponenti a diretto contatto con la massa dei cittadini le cui richieste di ascolto e di aiuto il “sistema” di potere non era in grado di fronteggiare, ha accettato responsabilmente che palcoscenico e riflettori fossero fissati sulle stanze dei bottoni, perché così suggerivano l’urgenza e la difficoltà degli interventi volti a salvare vite umane, a limitare i danni, a compiere le scelte e le incombenze più ostiche.

CONVOCAZIONE TARDIVA E ARTEFATTA – Ieri, quando finalmente era arrivato il momento, in udienza pubblica, di un’analisi politica su quanto avvenuto, sulle cause e sulle prospettive, l’opposizione si è trovata unitariamente costretta a rivendicare il rispetto delle regole democratiche regolamentari di convocazione e di gestione del Consiglio comunale che la presidenza aveva stravolto con modifiche sostanziali, politicamente artefatte, dell’ordine dei lavori, notificate e contraddette più volte all’ultimo momento. Soprattutto non ha potuto accettare che la seduta, convocata esclusivamente in presenza, fosse trasformata abusivamente in seduta anche a distanza esclusivamente a beneficio del sindaco, che non ne aveva il diritto, e non come opportunità da proporre, se mai, a tutti gli altri consiglieri assenti, tra cui in particolare l’unico dell’opposizione impedito alla presenza fisica perché costretto da settimane a casa a seguito di un grave incidente automobilistico subìto.

PRENDERE COSCIENZA DEGLI ERRORI – Ottenuta retromarcia, dopo un troppo lungo conflitto, su questa discriminazione, e messa da parte ogni altra persistente eccezione, l’opposizione non ha avuto problemi ad esercitare pienamente il proprio ruolo, con interventi sull’alluvione, anche duri e stringenti, ma rivolti a trarre coscienza dalle mancanze e dagli errori compiuti per ricostruire e riformare il nostro territorio nel segno della perduta sicurezza idrogeologica. Di fronte ad un sindaco e ad una maggioranza che hanno concentrato il loro dire sull’“inevitabilità dell’alluvione per le eccezionali piogge”, quasi ne siano stati unica causa i cambiamenti climatici, abbiamo dovuto peraltro argomentare e documentare unitariamente come questa lettura sia da respingere perché non prende doverosa consapevolezza delle gravi responsabilità in carico alla Regione e, per il rispettivo territorio, al Comune e alla Provincia di Ravenna.

CENTRALITÀ DEL CONSIGLIO – Dobbiamo tuttavia batterci perché l’avvilimento del Consiglio comunale da parte della maggioranza arroccata intorno al sindaco, giunto al culmine in questi giorni, non giova, ed anzi produce gravi danni, perché, pur di fronte alle sciagure immani prodotte dall’alluvione, che meritano il massimo impegno unitario di tutte le forze politiche, la vita della comunità ravennate nel frattempo non si ferma. La decisione, fortemente contestata dall’opposizione, di non convocare, pur dopo una lunga sostanziale inattività, il Consiglio comunale, come di rito, il prossimo martedì 20 giugno, ma solo il 27, mostra la più evidente mancanza di rispetto e di considerazione dell’organo principale del Comune e della complessità dei disagi che opprimono la popolazione. La morìa di pesci a Mandriole, Casal Borsetti sotto asfissia, la tragicommedia del ponte mobile riaperto e poi richiuso perché la resina, non trattata opportunamente, rende i pavimenti scivolosi in caso di bagnato, sono esempi di avvenimenti su cui non si poteva mettere la sordina. E non può essere ulteriormente tollerato che il 26 giugno (giorno prima del 27) si sappia se il secondo e ultimo rigassificatore progettato in Italia per l’emergenza energetica arriverà anch’esso a Ravenna per 22 anni, senza che il Consiglio comunale, come già per il primo, ne abbia almeno potuto discutere, mentre sindaco di Ravenna e presidente della Regione (commissario plenipotenziario sulla rigassificazione) continuano a mostrare di non saperne niente, con la stessa credibilità degli asini che volano. È questo il motivo per cui l’opposizione tutta è pronta ad azioni anche radicali per ripristinare la legalità democratica e il rispetto dei cittadini che, con il loro voto, hanno scelto i propri rappresentanti in Consiglio comunale affinché siano portatori delle loro istanze e non tappezzeria di un sindaco/podestà.”

I CAPIGRUPPO CONSILIARI DELL’OPPOSIZIONE:

Ancisi (Lista per Ravenna), Ancarani (Forza Italia),  Ferrero (Fratelli d’Italia), Grandi  (Viva Ravenna), Rolando (Lega per Salvini), Verlicchi (La Pigna)