Si è tenuto lunedì 26 giugno un primo incontro con i Capigruppo dell’Unione, allargata a tutti i Capigruppo dei Comuni della Bassa Romagna, con l’obiettivo di illustrare e inquadrare gli aspetti tecnici di quanto è avvenuto lo scorso maggio non solo in Bassa Romagna, ma in gran parte della Romagna e del territorio regionale.
Presenti tecnici e funzionari dell’Unione dei Comuni che hanno illustrato ai presenti i dati che si stanno iniziando a mettere insieme e interpretare in queste lunghe settimane, superate la fase acuta dell’emergenza, per cogliere gli aspetti e le valutazioni necessarie ad un completo debriefing post emergenziale.
A partire dall’evento meteorologico e le straordinarie condizioni che si sono sovrapposte nel giro di quindici giorni – tanto è trascorso tra la prima e la seconda ondata di maltempo – alle attività di preparazione alla gestione delle allerte rosse, annunciate da Arpae per il 2 e il 16 maggio, fino a tutte le successive fasi di comunicazione e allertamento prima e gestione dell’emergenza in atto poi.
“Si è trattato di un momento dovuto – ha dichiarato la presidente dell’Unione Eleonora Proni – e voluto per comprendere tutti meglio non solo ciò che è successo e come è stata gestita l’emergenza con tutte le forze e le competenze in campo in un sistema così complesso, ma anche per iniziare a ragionare di quanto possiamo fare in futuro per adeguare i nostri Piani di emergenza e protocolli interni ad affrontare un contesto mutato e sempre meno prevedibile.”
Molte le domande che sono scaturite a seguito della presentazione dei dati tecnici, utili a comprendere il contesto e un sistema, quello di Protezione civile, molto complesso e articolato, composto soltanto in parte di aspetti governabili dai Comuni.
“L’evento meteo che ci ha colpito e le sue ricadute a terra – aggiunge la Sindaca di Conselice e referente per la Protezione Civile Paola Pula – sono stati inediti, diffusi e mai registrati dalle serie storiche dei dati meteo a nostra disposizione. Così inedito e complesso che non esistono risposte semplici e univoche, ma esistono risposte molteplici che dovremo andare a trovare con interventi complementari e su vari ambiti. Le azioni per mettere in sicurezza il nostro territorio, necessitano di una riflessione completa e comune a tutti i livelli di sicurezza territoriale, che tenga conto delle competenze e delle risorse che devono essere messe in campo da tutti i livelli istituzionali, da Stato, Regione ed Enti Locali, se non anche Comunità Europea. Le riparazioni e rafforzamenti degli argini non possono essere slegate dalle manutenzioni ordinarie e straordinarie sul reticolo fluviale e sul reticolo secondario della bonifica, che dovranno essere paralleli al necessario lavoro di ripristino della collina, fortemente dissestata e di tutti i rii che confluiscono nei fiumi e con la loro vegetazione ripariale posso trattenere le piene, nonché alla realizzazione di infrastrutture e alla riprogettazione del territorio dopo un evento così impattante sul territorio. Sarà necessario un lavoro serio e condiviso da affrontare con il Governo e la Regione che porti ad un ripensamento complessivo dell’intero sistema idrografico.”