Fare del bene, facendolo bene è da novant’anni l’obiettivo dell’Opera Santa Teresa del Bambino Gesù di Ravenna. Quell’Ospizio che don Angelo Lolli aveva tanto desiderato per i malati cronici abbandonati, che aveva paragonato a una “barca che tanto più si sente sicura quanto più si lancia al largo”, dalla nascita al cielo del suo Fondatore (1958), continua a navigare nei mari della carità. E da qualche anno ha intrapreso un’opera di profonda verifica delle proprie modalità operative, con revisione dei servizi agli ospiti e alla città, ristrutturazione degli ambienti in cui esercita il proprio operato, trasparenza nei numeri con si continua a esercitare la carità. La struttura L’Opera non è un semplice luogo di accoglienza e assistenza. Ha una sua parte commerciale strumentale in cui rientrano la farmacia, la merceria, e un capannone in affitto alla Cooperativa Sociale La Pieve. Ha una sua parte commerciale non strumentale, che riguarda le attività socio-assistenziale e sanitarie in cui rientra l’esercizio di accoglienza ospiti con sede storica a Ravenna per complessivi 134 posti letto, dei quali 60 nella Casa di Residenza per Anziani, di cui 8 accreditati, che dal 1° febbraio 2018 è in gestione alla Cooperativa Sociale Dolce (l’Opera Santa Teresa si è riservata il diritto di occupare in questa struttura fino a 15 ospiti meno abbienti facendo carico del delta retta) e 74 nei reparti a gestione diretta dell’Opera (Casa di Riposo per 25 posti letto, due Comunità Alloggio per complessivi 24 posti letto e Casa dei Sacerdoti per 25 posti letto). C’è inoltre la sede di Faenza con 70 posti letto, aperta nell’agosto del 2015 e che dal 1° febbraio 2018 è in gestione alla Cooperativa Sociale In Cammino (l’Opera Santa Teresa si è riservata il diritto di occupare in questa struttura fino a 5 ospiti meno abbienti facendo carico del delta retta). Su questa struttura esiste una convenzione con la Diocesi di Faenza-Modigliana per 5 posti. L’Opera ha pure un ramo istituzionale in cui confluiscono erogazioni liberali, monetarie e non, redditi immobiliari, redditi finanziari, plusvalenze immobiliari, spese per l’esercizio del culto e per le attività socio-assistenziale e sanitaria per ospiti indigenti. Infine, è socio unico nel Polo Sanitario, di cui si è parlato di recente per un suo rilancio con offerta di servizi all’esterno e non solo agli ospiti. Questo insieme di realtà, nel periodo 2008-2014 ha visto crescere progressivamente la perdita della gestione ordinaria (differenza fra le entrate ordinarie e le uscite ordinarie) fino a generare un disavanzo di 5,3 milioni di €uro. Questo ha richiesto un forte impegno nel triennio successivo che ha comportato una riorganizzazione dei servizi per renderli più efficienti, un aumento delle rette di ingresso per chi può permetterselo, un contenimento delle spese, la cessione a Terzi di una parte consistente della propria attività (quella a maggiore carico sanitario), il cambio del soggetto appaltatore dei servizi socio-assistenziali e sanitari. A rendere più complicato questo percorso, oltre a un calo delle offerte della gente, dei lasciti e delle donazioni, è stata la necessità di effettuare importanti investimenti per garantire il funzionamento strutturale, promuovere l’accreditamento posti ed ottemperare alle norme antincendio. Qualche numero Numeri alla mano, in un contesto in cui le mutate condizioni sociali e normative richiedono interventi sempre più puntuali e rigorosi, i nostri conti sono migliorati. La perdita della gestione ordinaria, che nel 2017 si è ridotta a circa 3 milioni di €uro, nel 2018 si porterà a1.8 milioni di €uro. Il risanamento economico-finanziario, dopo aver superato la fase più critica, sta proseguendo positivamente. I conti miglioreranno ancora ma il risultato della gestione ordinaria resterà sempre con il segno meno per permettere all’Ente di svolgere il suo ruolo istituzionale nel campo della carità. Ma sempre i numeri di questa non convenzionale spa della carità evidenziano la presenza di oltre 200 ospiti, di un complesso di 150 persone che ci lavorano con accanto un centinaio di volontari. Il bilancio economico 2017, a fronte di 8.023.287 €uro di entrate, registra uscite per 8.683.289 €uro, con una perdita di esercizio pari a 660.002 €uro. Le entrate straordinarie, derivanti da lasciti e plusvalenze immobiliari (alienazione del patrimonio residuale non strategico) pari a 2.590.117 €uro, hanno in parte compensato la perdita di circa 3 milioni di euro della gestione ordinaria, che si è ridotta di ulteriori 600.000 €uro rispetto all’anno precedente proseguendo il percorso di progressivo miglioramento dei conti. Infatti, nel quadriennio 2014-2017, la perdita della gestione ordinaria ha evidenziato il seguente progressivo miglioramento: – 5,3 milioni di €uro (2014), -4,4 milioni di €uro (2015), -3,6 milioni di €uro (2016), -3,0 milioni di €uro (2017). La cessione in affitto di ramo d’azienda della CRA di Ravenna e di quella di Faenza, nonché il cambio di appalto dei servizi socio-assistenziali delle attività di Ravenna rimaste in gestione all’Opera di Santa Teresa, con l’ottimizzazione dei parametri assistenziali, determinerà nel 2018 l’ulteriore riduzione della perdita della gestione ordinaria di circa 1,3 milioni di €uro rispetto all’anno 2017 (si attesterà a circa 1.850.000 €uro). La perdita di esercizio dell’anno 2017 grosso modo corrisponde alla cifra che l’Opera di Santa Teresa stima per tutte le sue attività caritatevoli effettuate in varie forme. Infatti, nel 2017 l’importo impiegato nella carità è stato pari a circa 600.000 €uro dovuti a: minori ricavi per circa 400.000 €uro, per differenze degli importi corrisposti rispetto alle rette stabilite, relativamente a 40 ospiti (classificati come “indigenti”) su un totale di 185 complessivamente presenti nelle strutture di Ravenna e Faenza; spese sanitarie, funebri e altre spese sostenute per ospiti “indigenti” per circa 40.000 €uro; distribuzione pasti ai poveri nel mese di agosto, spese per prestazioni medico-sanitarie effettuate presso il Polo Sanitario per persone indigenti e per religiose, altre spese carità per circa 10.000 €uro; minori ricavi negli affitti dei terreni e dei fabbricati dati in gestione alla Coop. Sociale “La Pieve” per circa 100.000 €uro, come contributo alla loro attività istituzionale; accoglienza Consultorio, Movimento per la Vita, Centro Aiuto alla Vita per circa 20.000 €uro; altro per circa 30.000 €uro. L’invito alla città Il saldo finale di bilancio fra proventi e spese ordinarie, che registra nel 2017 un disavanzo di 3.020.118 €uro, deve però considerare anche il peso degli ammortamenti, pari a circa 1.1 milioni di €uro, che tuttavia non determinano flussi negativi di cassa, e quello degli interessi passivi per i mutui accesi negli anni precedenti, che determinano oneri per circa 230.000 €uro. Questo significa che, di fronte all’esaurimento del patrimonio immobiliare accumulato negli anni, per continuare la sua missione nel campo della carità l’Ente non può fare a meno di offerte, erogazioni liberali, lasciti e donazioni per un importo di almeno 800.000 €uro/anno. Come ebbe a fare il fondatore don Angelo Lolli, forti dell’impegno posto in essere per correggere e rivedere i punti più critici dell’Opera e della sua gestione, ora occorre confidare anche nella Divina Provvidenza, dunque di lasciti e offerte. L’obiettivo resta quello di tenere, sempre, al centro della mission dell’Opera la persona umana