Adattamento e drammaturgia di Chiara Lagani. Regia, scene, luci e video di Luigi Noah De Angelis. I due co-fondatori del gruppo ravennate Fanny & Alexander sono anche gli ideatori – insieme a Federica Fracassi – dello spettacolo prodotto dal Piccolo Teatro di Milano che si aggiudica il Premio ANCT 2024 come Miglior Spettacolo assegnato dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro nella Cerimonia che avrà luogo lunedì 11 novembre alle ore 17 al Teatro Verdi di Padova.
Lo spettacolo, che ha debuttato a novembre 2023 al Teatro Studio Melato del Piccolo, è tratto dal triplice romanzo omonimo di Agota Kristof, di cui rappresenta la prima messa in scena italiana. Trilogia della città di K. si compone di tre romanzi singoli che portano dalla Seconda Guerra Mondiale fin quasi al nostro presente: Il grande quaderno, La prova, La terza menzogna, pubblicati tra il 1986 e il 1991, sono stati tradotti in oltre 30 Paesi, dove hanno rappresentano un caso editoriale per poi diventare un classico. Allo stesso modo tre sono gli atti dello spettacolo, in cui una serie progressiva di personaggi si moltiplica con ritmo implacabile. Federica Fracassi, Andrea Argentieri, Consuelo Battiston, Alessandro Berti, Lorenzo Gleijeses in scena prestano voce e corpo a tutti i personaggi della storia, muovendo i primi passi nel mondo che la vicenda rappresenta: uno strano inferno familiare, al contempo quotidiano e impossibile, concreto e astratto, degradato e nobile, crudele e innocente.
Le presenze fisiche degli attori si intrecciano con le presenze in video (Leone Maria Baiocco, Yari Montemagno, Marta Malvestiti, Fausto Cabra, Anna Coppola, Giovanni Franzoni, Cloe Romano, Renato Sarti, Mauro Milone, Alfonso De Vreese, Vittorio Consoli, Domenico Iodice, Nicolò Latte Bovio, Lorenzo Vio, Giada Ciabini, Nina Romano), con le voci (Chandra Livia Candiani, Vittorio e Virginia Consoli, Woody Neri e Renzo Martinelli), con la scultura di scena che rappresenta il piccolo Mathias che emerge da una botola come una creatura del sottosuolo ad opera di Nicola Fagnani, e con le musiche di Mirto Baliani ed Emanuele Wiltsch Barberio che caratterizzano la differenza stilistica dei tre atti, come dei tre romanzi. Una potente opera corale in cui teatro e multimedialità – l’apparire dinamico di 21 schermi che, fluttuando nell’aria, trasformano lo spazio ed evocano i personaggi – traducono la scena del teatro mentale della narratrice in un gioco di sdoppiamenti in cui alla fine risulta difficile credere a chiunque: ogni cosa può essere da sempre una menzogna. «Da quando Federica Fracassi ci ha proposto di mettere in scena questo triplice romanzo lo abbiamo ossessivamente riletto: a ogni lettura aumentavano le domande. Nel libro ci sono due gemelli, ma poi si sospetta siano uno solo. Alla fine però si torna a credere che siano due. Ci sono personaggi fantasma, che in realtà non esistono, storie dentro le storie, romanzi dentro i tre romanzi. La Storia e la finzione si intrecciano di continuo. Ci sono città e ambasciate, descritte da un singolo misterioso aggettivo, oppure nominate soltanto con l’iniziale. Guerre, potenze, eserciti e circostanze alluse, ma mai direttamente chiamate in causa col loro nome», racconta Chiara Lagani, drammaturga di Fanny & Alexander, autrice dell’adattamento e della drammaturgia della Trilogia della città di K. «L’unico modo per onorare questa complessità labirintica era lavorare su una messa in scena più dinamica possibile. Prima di tutto c’è l’idea di adattamento di Chiara Lagani, quindi quella prima difficoltà di far passare la voce interiore di una materia fatta per la lettura a una voce esteriore da far incarnare attraverso dei corpi; fin da subito poi, assieme a Federica Fracassi che ci ha proposto inizialmente l’idea, abbiamo deciso di mettere in scena tutti e tre i libri, perché fanno parte di un libro unico già nelle intenzioni della scrittrice. Poi ci sono delle immagini che hanno guidato me nell’idea di regia, come quella che più volte ho avuto modo di vedere in un museo a San Paolo del Brasile, una installazione dell’architetta italo-brasiliana Lina Bo Bardi che ha creato questo museo in cui le opere sono presentate non secondo una rappresentazione gerarchica, cronologica, con la sequenza dei vari periodi storici, ma attraverso una stanza unica in cui le opere sono incastonate in dei vetri appesi a un basamento di marmo e sembrano galleggiare, fluttuare nell’aria. Lei dice che il tempo, secondo la visione occidentale, è sempre lineare, come diceva anche Nabokov, ma questo ci fa parlare di esso sempre con metafore e termini legati allo spazio, altre visioni invece parlano di compresenze di tempi, creando quello che lei chiama “un groviglio meraviglioso”. Questa immagine è un po’ il filo rosso della nostra Trilogia: un’unica stanza ospita icone, quadri che non hanno neanche un titolo, quindi ti chiedono di fare un movimento di avvicinamento, un atto di volontà del fruitore», racconta Luigi Noah De Angelis, regista di Fanny & Alexander che della Trilogia della città di K. ha curato anche le scene, le luci e i video.
Trilogia della città di K., in quasi un mese di programmazione dal debutto il 23 novembre 2023 fino al 21 dicembre al Teatro Studio Melato del Piccolo di Milano – è stato accolto dal pubblico e dalla critica con grande fervore. Ne hanno scritto testate nazionali – tra gli altri Anna Bandettini su Repubblica, Michele Weiss su La Stampa, Paolo Perazzolo su Famiglia Cristiana, Marco Balzano su La Lettura e Magda Poli sul Corriere della Sera, Maddalena Giovannelli sul Sole 24Ore – e testate specializzate in cultura e teatro – come Nicola Arrigoni su Sipario, Graziano Graziani su Il Tascabile, Sergio Lo Gatto su Teatro e Critica, Mario De Santis su Doppiozero, Mario Bianchi su KLP, Enrico Fiore su Controscena.
L’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro sancisce questo riconoscimento conferendo alla Trilogia della città di K il Premio per il Miglior Spettacolo 2024.