“Non a caso abbiamo chiamato il nostro programma, per le imminenti elezioni comunali “Ravenna città Pubblica” sottolinea Santini Gianfranco Candidato Potere al Popolo a Sindaco di Ravenna.
“Siamo convinti , partendo dall’analisi della situazione attuale, che con il tempo il governo locale (in linea con l’impostazione iperliberista dominante) abbia sempre più marginalizzato larghi strati popolari, escludendo questi dalle scelte e dalla gestione della società ravennate in ogni suo aspetto.
Noi chiaramente abbiamo una idea totalmente opposta. Occorre riportare al centro un nuovo progetto di gestione della cosa pubblica che riparta dal”basso”e questo in tutti i settori.
Abbiamo seguito in questi giorni il dibattito che si è aperto sull’utilizzo del ex Ostello Dante che da tempo è in stato di degrado :
lo sgombro nel solito stile “sceriffo Fusignani” e le varie proposte di utilizzo venute avanti sulla stampa.
Tra queste ovviamente non poteva mancare chi vuole regalare un bene pubblico agli “esperti del settore”(leggere imprenditori privati) o vaghi usi .
Una sola proposta , invece ci ha colpito subito, quella del Collettivo Autonomo Ravennate (CAR). La riteniamo totalmente in linea con ciò che affermiamo .
Nella loro lettera aperta chiedono:
«…La nostra richiesta è quella di esigere la ristrutturazione dello stabile per poter organizzare uno spazio comunitario.Alcuni esempi: Dormitorio sociale, Accoglimento studenti fuori sede, Accoglienza donne con prole in difficoltà e/o famiglie in momentaneo stato di bisogno, Mensa a prezzo politico, Concerti, presentazioni di libri, assemblee pubbliche…».
Il CAR è attivo nel quartiere Darsena , in cui è localizzato l’ex Ostello e ritiene che questo uso sia un risposta alle carenze non solo di quel quartiere ( cosa prioritaria) ma in generale della città e del Comune. Ebbene lo riteniamo anche noi.
Basta usare spazi pubblici abbandonati solo per usi commerciali privati e regalati agli “amici” .
In periferia , nel forese e nei lidi bisogna ricreare una rete di luoghi che facciamo superare l’idea di quartieri e paesi dormitorio e abbandonati a se stessi. Il progetto del CAR deve essere il primo di tanti altri.”