“L’ISTAT certifica che i prezzi a marzo 2022 sono aumentati del 6,7% rispetto a un anno fa.
Gas, luce, benzina, pane, pasta, uova: beni di uso quotidiano ed essenziali.
Coi salari praticamente fermi da più di 20 anni (nel 2021: +0,3%) l’inflazione peserà tanto su chi vive di stipendio, cioè l’enorme maggioranza della nostra gente.
Ora ci dicono che sia colpa dell’invasione russa dell’Ucraina.
E’ vero solo in parte: i prezzi aumentano senza sosta da quasi un anno.
Le cause, dunque, sono più profonde. Il liberismo e il mercato stanno speculando da tempo e la guerra è un ulteriore mezzo da usare per fare profitti.
La soluzione che si deve cercare è fatta di scelte politiche da assumere subito e, a nostro avviso, occorre iniziare, ad esempio, con:
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tassare gli extra profitti delle grandi imprese energetiche (10 mld in più nel solo 2021) e usare i proventi per abbassare le bollette è una scelta politica: il Governo Draghi NON lo sta facendo, tutela, come sempre, i grandi a danno della gente comune
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introdurre finalmente un salario minimo di almeno 10€ l’ora, per mettere fine a paghe da fame e tutelare milioni di lavoratori e lavoratrici, ma anche questa è una scelta politica che al momento entra a stento nel dibattito politico.
Invece cosa ci propone la grande ammucchiata politica tra maggioranza e opposizione: ciò che hanno votato nel Parlamento (391 voti a favore, 19 contrari, 7 astenuti) e che dimostra che i soldi, se si vuole, si trovano.
L’ investimento di 13 miliardi in più all’anno in armi (per raggiungere il 2% del PIL, per un totale di 38 miliardi annui) è pari a 104 milioni di euro ogni giorno.
Soldi che vengono usati non per rispondere ai bisogni della gente comune, ma solo per foraggiare l’industria bellica e le guerre contro cui ci vorrebbero far credere che stanno agendo in un tripudio di colombe e bandiere pacifiste.
Questo è l’ennesimo schiaffo in faccia ai lavoratori, ai pensionati, ai precari e ai disoccupati.
Ci hanno raccontato per anni che non c’erano soldi per la sanità, la scuola, la ricerca, il lavoro e la transizione ecologica (che se si fosse avviata prima e per davvero avrebbe ridotto la dipendenza dalle energie fossili, gran parte delle quali importiamo dalla Russia), mentre in poche ore tutti gli stati europei hanno trovato miliardi di euro per mettere in moto la macchina della guerra, con buona pace di regole, vincoli e patti di stabilità.
Le classi dominanti di tutto il mondo (contro cui ci batteremo sempre) hanno creato un’economia di guerra a danno dei popoli.
E oggi contro questo bisogna lottare e far sentire con forza e unità la propria voce.
Crediamo che sia tempo di dare voce a quella parte dell’Italia che taluni media e la politica dominante non vogliono vedere, quella maggioranza di donne e uomini che non vogliono in nessun modo che milioni di persone subiscano l’orrore di altre guerre e che invece pensano che sia arrivato il tempo di sforzarsi di trovare risorse per costruire pace, equità sociale e attuazione di tutti i diritti.
Come Potere al Popolo Ravenna saremo ovunque si abbia il coraggio e la voglia di lottare contro questa narrazione mediatica a senso unico, imperante ormai in Italia.
Ed è per questo che sabato 9 Aprile eravamo presenti con le nostre Compagne e i nostri Compagni ai molti appuntamenti che si sono svolti a Ravenna.
Dall’iniziativa delle Donne in nero al presidio-corteo delle Lavoratrici e lavoratori auto-organizzati e al presidio dello Slai Cobas.
Così come ci saremo prossimamente anche con una nostra iniziativa comune con altre forze politiche.
NON POSSIAMO CHE ESSERE CONTRO:
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LA GUERRA, TUTTE LE GUERRE
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IL COINVOLGIMENTO DELL’ITALIA IN QUESTA GUERRA
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L’ECONOMIA DI GUERRA CHE CI STANNO PROPINANDO
VOGLIAMO E CI BATTIAMO PER:
• UNA PACE VERA
• UN NUOVO ORDINE INTERNAZIONALE CHE BANDISCA LA GUERRA
• LA FINE DEL POTERE DELLE SUPERPOTENZE DI DECIDERE CHI SONO I BUONI E I CATTIVI DEL MONDO
• LO SCIOGLIMENTO DELLA NATO E DI TUTTI I BLOCCHI MILITARI
• LO STOP AL RIARMO MONDIALE
• LA MESSA AL BANDO DELLE ARMI NUCLEARI”
ASSEMBLEA territoriale di Potere al Popolo di Ravenna