Tuonava il temporale venerdì scorso, quando Porto Fuori si è stretta nella cappella dell’obitorio di Ravenna per l’ultimo abbraccio terreno a Renzo Guardigli. Suo primo cittadino ad honorem, 91 anni vissuti lì con vigoria e calore a celebrarne la storia e le storie, se n’è andato con addosso il drappo della Compagnia del Buon Umore.
È stata questa straordinaria filodrammatica di paese, fondata nel 1952 dal parroco di allora, don Francesco Fuschini, e da lui stesso, a tenere mirabilmente unite, col suo stare insieme nel palcoscenico e fuori, la cultura, la passione, la generosità e l’anima di tutta una comunità, altrimenti traversata da credenze e appartenenze contrapposte, finanche intransigenti.
Nella messa funebre, il parroco di oggi, don Bruno Gallerino, ha scelto una Lettura sui militanti della Fede, perché Renzo, battendosi con la parola e con la penna, in ciò braccio armato di don Francesco, è stato guerriero di ogni suo ideale. Al centro, la testimonianza devota e la trasmissione sapiente degli eventi, delle tradizioni e dei valori, su cui non solo Porto Fuori, ma la Romagna poggiano le radici e sono arrivate ai giorni nostri. Famiglia, lavoro e Fede i suoi culti. Suo alias don Francesco, inseparabile come l’ombra, anche dopo che lui aveva lasciato il paese per raggiunti limiti di età e poi, in ispirito, quando ha lasciato questa terra per raggiunti limiti materiali. Arrivato egli pure ai quali alla sua stessa età, quasi assopendosi nel letto di casa in un pomeriggio come un altro, ora ha ricomposto, con lui e col suo cane Pirro, il trio storico di Porto Fuori.
(Alvaro Ancisi)