Il porto di Ravenna è stato inserito nel Report delle audizioni tenutesi presso la Struttura Tecnica di Missione del Mims, da maggio a settembre 2022, finalizzate ad individuare le migliori pratiche di adozione e sviluppo dei principi della sostenibilità economica, ambientale e sociale nel mondo delle infrastrutture.
Tra le esperienze illustrate e le testimonianza giudicate utili a rappresentare casi e modelli replicabili per avviare tutto il sistema dei trasporti e della mobilità verso il raggiungimento degli obiettivi legati alla transizione ecologica ed allo sviluppo sostenibile, vi sono solo due porti ed uno di questi è quello di Ravenna.
Si riporta qui di seguito un estratto del documento:
“L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico centro settentrionale
(AdSP Ravenna) ha impostato la gestione portuale sotto l’egida della sostenibilità. Il Porto di Ravenna è l’unico porto attivo in Italia dotato di un deposito di GNL sulle banchine (20.000 m3) e ha programmato importanti progetti che porteranno a una trasformazione notevole del porto con soluzioni innovative nell’ottica dell’economia circolare e del green. L’apertura verso la cittadinanza e la ricerca di collaborazione nei confronti degli Enti e delle Istituzioni ha acquisito maggior rilievo nell’ultimo anno con l’inaugurazione del cantiere dell’Hub Portuale di Ravenna Fase I e l’aggiudicazione della gara per la Concessione del servizio di assistenza passeggeri e di Stazione Marittima che contribuiranno allo sviluppo del Porto di Ravenna.
Tutti i progetti che l’AdSP sta implementando nell’ambito della sostenibilità mirano ad una circolarità energetica, al di là della mera economia circolare. Ravenna ha una grande storia di imprese all’interno del porto e in questo contesto ci sono due grandi progetti che l’AdSP sta promuovendo e che coinvolgono soggetti privati: uno è un parco eolico offshore dotato anche di impianto solare galleggiante, tra i più importanti d’Europa; l’altro è quello sulla cattura di co2 attraverso l’utilizzo di depositi di gas metano esauriti.
Inoltre, nell’ambito del progetto Hub Portuale Fase II è prevista la costruzione di un innovativo impianto di trattamento del materiale dragato, unico in Italia, replicabile e potenzialmente anche a disposizione di altre realtà portuali che debbano affrontare tale criticità. Infatti, il nuovo impianto tratterà il materiale derivante dalle operazioni di dragaggio del Porto di Ravenna per consentirne il riutilizzo. Uno degli aspetti più problematici, infatti, è la collocazione finale dei materiali di escavo. Il nuovo impianto consentirà il riutilizzo di quanto estratto
per la chiusura dei bacini di ex cave in zona già individuate, o in alternativa, qualora compatibile, potrà essere portato a ripascimento in spiaggia fino a 30 km di distanza dall’impianto, così come previsto dagli strumenti urbanistici che regolano il territorio.”