Il Comune punta a revocare i lavori al Ponte Rosso alla ditta vincitrice del bando dopo i mesi di inattività attorno al cantiere dell’infrastruttura che sarebbe dovuto partire a marzo. Sull’argomento però Lega e Fratelli d’Italia chiedono chiarimenti e hanno depositato in consiglio comunale, entrambe, un’interrogazione vista anche la delicatezza della tematica e il ruolo strategico del Ponte Rosso all’interno della viabilità faentina: “Occorre procedere con risolutezza e celerità alla messa in sicurezza del Ponte Rosso, necessaria per continuare a garantire nel tempo adeguate condizioni di transito attraverso un’infrastruttura territoriale strategica. Ma non solo: proponiamo altresì di procedere all’escussione della fideiussione e alla segnalazione all’Anac di quanto accaduto a seguito della risoluzione del contratto per inadempimento”. Lo chiederanno in un’interrogazione i consiglieri comunali della Lega, Andrea Liverani e Gabriele Padovani, alla luce della revoca dell’appalto alla ditta aggiudicatrice dei lavori di consolidamento del “Ponte Rosso” di Faenza.
“Le problematiche che si sono presentate e si stanno presentando in merito alla gestione degli interventi di manutenzione del Ponte Rosso, esprimono in tutta la loro gravità quella che è l’incapacità dell’amministrazione faentina non solo di pubblicare bandi idonei a prevenire problemi gestionali, ma anche l’incompetenza nel trovare soluzioni ai problemi che essa stessa, coi suoi bandi, produce”.
“Del resto non si tratta di una novità: basti pensare alle magre figure raccolte dall’amministrazione faentina nella gestione di altre importanti opere cittadine, quali palazzo Podestà, o la riqualificazione della stazione e della Chiesa dei Servi”.
Detto questo, “Ponte Rosso è di fondamentale importanza per i collegamenti fra Faenza e le sue frazioni, pertanto occorre predisporre quanto prima soluzioni celeri, credibili ed efficaci al ripristino della normale viabilità dell’infrastruttura”.
Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale si pone invece una domanda: “L’opera di consolidamento riveste e rivestiva carattere di assoluta urgenza, per la dimensione del problema, per la quantità e tipologia di traffico e per la sua strategicità, com’è possibile che questa conclamata urgenza si sia tradotta in due anni di attesa per tornare punto a capo?
Perché l’amministrazione non ha ritenuto, pur non essendone obbligata sia chiaro, di informare il Consiglio Comunale e la città di questa situazione di difficoltà? Si registra una costante attenzione all’annuncio da parte della Giunta, sarebbe auspicabile un’altrettanto trasparente comunicazione delle difficoltà.
Perché si sono lasciati passare invano le settimane ed i mesi prima di avviare l’iter per la revoca della concessione?
Sotto l’aspetto garantistico (leggasi fidejussioni) che tutele effettive ha l’Ente Pubblico per essere tenuto realmente indenne?
Credo che siano indispensabili risposte, convinto però del fatto che queste domande non si sarebbe dovuti arrivare nemmeno a porle.
Il tema è così delicato e sensibile che non si doveva arrivare a questa situazione.
A prescindere dal codice degli appalti l’Assessore (condivisibilmente in linea di principio) sostiene che ci si stia “impegnando con attenzione per fare in modo di premiare la territorialità negli appalti”, bene se questo è possibile perché non è stato fatto fino ad ora? Come si intende procedere in futuro?
Riteniamo necessario portare all’attenzione del Consiglio Comunale questo evidente e davvero preoccupante problema, perché riteniamo che da un lato sia necessario tenere altissima l’attenzione al fine di risolvere il caso nel minor tempo possibile e dall’altro sia indispensabile capire come possa essere successo”.