Le polpette avvelenate abbandonate in borgo avevano naturalmente provocato preoccupazione nei proprietari di animali e molti faentini avevano manifestato la propria indignazione anche sui social media. Tutta la città si era giustamente indignata e allarmata per la cosa. Negli ultimi due anni polpette avvelenate sono state ritrovate nella zona del Ponte delle Grazie, del Ponte della Memoria e attorno a via Boschi, con diversi cani avvelenati, purtroppo alcuni morti. Episodi ripetuti, non è ancora detto se per mano dello stesso autore, che generarono paura in molti residenti. Gli abitanti del Borgo segnalavano in maniera costante il ritrovamento di esche avvelenate abbandonate a terra, destinate agli animali domestici. Il veleno, rinvenuto nelle polpette fatali, era sempre stato certificato dall’ASL essere il metaldeide: potentissimo veleno, per il quale non esiste antidoto.
“Chi compie atti premeditati a danni di vittime innocenti come gli animali andava fermato assolutamente” Questo è stato l’obiettivo della Polizia Locale. Senza contare il fatto che a essere in pericolo, in queste situazioni possono essere anche i bambini, essendo il veleno utilizzato pericoloso anche per il semplice contatto.
L’inciviltà e la cattiva coscienza, unite allo spregio per creature che non possono difendersi dalle crudeltà gratuite, sono sintomo di un disagio e di una frustrazione notevole e, per tali motivi la polizia locale dell’Unione della Romagna Faentina ha messo nella attività investigativa un grande impegno, un’indagine alla vecchia maniera, partita raccogliendo confidenze ed indizi presso bar, circoli, edicole della zona interessata. Ed è, quindi, con enorme soddisfazione che ora i caschi bianchi faentini comunicano di aver individuato il presunto autore di tali gesti sconsiderati. Un faentino di 80 anni, incensurato, residente nel Borgo è stato infatti sottoposto nei giorni scorsi a perquisizione domiciliare dai vigili faentini su disposizione della Procura della Repubblica di Ravenna, essendo sospettato di essere l’autore degli avvelenamenti. Gli uomini della locale hanno trovato nascosto in casa dell’uomo il veleno utilizzato per preparare le micidiali polpette. Questo elemento, oltre agli altri pesanti indizi che la polizia locale faentina aveva già trasmesso in Procura, ha consolidato un quadro indiziario pesantissimo nei confronti del pensionato faentino che si è dovuto così presentare immediatamente al Comando di via Baliatico, accompagnato dal proprio avvocato di fiducia, per essere interrogato, atto disposto dal Sostituto procuratore Stargiotti.
Nell’interrogatorio l’uomo si è però avvalso della facoltà di non rispondere. Ora il pensionato, dovrà comparire in Tribunale a Ravenna per rispondere dei reati che gli sono stati ascritti, ovvero: l’ articolo 544-bis, del codice penale, che punisce l’uccisione di animali«per crudeltà o senza necessità» con la pena della reclusione sino a 18 mesi e, l’ articolo 674 sempre del codice penale per aver abbandonato cose pericolose in un luogo di pubblico transito.
Si sottolinea anche che la Giurisprudenza ha preso in considerazione, finalmente, anche il danno morale e fisico causato al padrone dell’animale che muore a causa di avvelenamento: il legame infatti che si crea fra uomo e animale è molte volte talmente profondo da causare depressione e disagi difficili da affrontare in caso di perdita. L’autore degli avvelenamenti può quindi essere chiamato anche a pesanti risarcimenti economici in sede civile.