Nella mattina di lunedì 21 settembre a Tebano, nella sede di Terre Naldi, si è svolta la cerimonia di intitolazione della nuova aula universitaria al compianto professor Aureliano Amati. La cerimonia è stata preceduta da un incontro svoltosi all’esterno dell’aula, al quale sono intervenuti Giovanni Molari, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna; Giovanni Carapia, Amministratore unico di Terre Naldi; Antonio Bandini, assessore uscente del Comune di Faenza; Roberto Zironi, docente di Enologia all’Università di Udine; Sergio Galassi, già docente di enologia presso l’Università di Bologna. Erano presenti anche Andrea Versari, attuale coordinatore del Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia dell’ateneo bolognese; Claudio Riponi, ex coordinatore dello stesso Corso, ora in pensione; i tre figli del professor Amati – Barbara, Andrea e Marco – e tanti amici e colleghi del compianto Aureliano.
Deceduto l’11 marzo 2017, il professor Amati ha iniziato la carriera universitaria all’inizio degli anni Settanta all’Istituto di Industrie Agrarie dell’Università di Bologna, dove, con un nutrito gruppo di collaboratori, ha affrontato varie tematiche di ricerca nel settore del vino, contribuendo in maniera fondamentale all’innovazione della tecnica enologica italiana. Sempre negli anni Settanta ha dato impulso alla fondazione del primo Centro Sperimentale vitivinicolo (Esave) in località Tebano (Faenza), di fatto il primo centro di trasferimento tecnologico delle filiera agro-alimentare, dove le ricerche vitivinicole sono state trasferite al mondo della produzione. Negli anni successivi, dopo aver svolto la sua attività all’Università di Udine e al Politecnico di Ancona come Preside della Facoltà di Agraria, tornando a Bologna, nella sede di Cesena ha dato il via prima al Diploma universitario e poi all’attuale Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia, che ha formato e che forma tutt’ora i giovani enologi. La sua attività ha visto vari riconoscimenti, tra i quali il premio Assoenologi per la viticoltura e l’enologia nel 1977 e il Grappolo d’oro nel 1984.
Il Polo di Tebano aveva un obbligo di riconoscenza nei confronti di questo grande maestro che ha impresso con il suo stile e lungimiranza una profonda impronta al settore dell’enologia nazionale, lasciando un’eredità professionale che rende orgogliosi tutti noi di Tebano che abbiamo avuto il privilegio di condividere con lui esperienze di vita.