Secondo appuntamento per il coordinamento Pnrr tra le commissioni Bilancio ed Economia – presiedute rispettivamente da Massimiliano Pompignoli (Lega) e Manuela Rontini (Partito democratico) – sui molteplici progetti ricompresi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nella seduta odierna si è tenuta l’audizione del Direttore Generale della Regione Emilia-Romagna Francesco Frieri e degli esperti a capo dei vari team provinciali, in questo momento al lavoro sulla mappatura dei vari territori in particolare riguardo alla digitalizzazione della pubblica amministrazione.
“Un’occasione importantissima -ha specificato la coordinatrice delle commissioni sui temi PNRR Valentina Castaldini (Forza Italia)- per capire la qualità dei progetti approvati fino ad ora, ma soprattutto per verificare se siamo in presenza di una progettualità ben definita oppure di una mera rincorsa ai vari bandi”. Per Castaldini, “l’appuntamento odierno deve affermare con forza il ruolo di coordinamento, programmazione e controllo che la Regione può svolgere, per arrivare un domani a creare uffici di progettazione europea per partecipare in maniera puntuale ed efficace ai bandi che seguiranno il Pnrr”.
“Abbiamo cercato di capire le esigenze e le competenze dei territori -ha spiegato il direttore generale della Regione Francesco Frieri– per realizzare la Missione 1 del Pnrr relativamente al Piano territoriale della Regione. Si tratta di uno dei progetti finanziati con la parte corrente e l’attenzione è rivolta in particolare a progetti per l’ambiente. In Emilia-Romagna sono stati assegnati contributi totali per circa 4 miliardi di euro di cui 2,5 per interventi già individuati e 1,5 per interventi da individuare”.
La situazione nelle varie province
Marco Scafetta, responsabile del team di Piacenza, ha segnalato “il coinvolgimento di 52 enti tra Comuni, Provincia e Unioni di Comuni: abbiamo scelto di puntare su una forte presenza sui territori che hanno dimostrato un grande livello di maturità amministrativa e hanno capito l’importanza del Pnrr. Una cosa che abbiamo riscontrato è il basso livello di digitalizzazione, un’area su cui il nostro team lavorerà nei prossimi mesi. Abbiamo più di 200 milioni assegnati al nostro territorio che distribuiremo per comune”.
Per Paolo Polverosi, coordinatore del team di Parma, l’indice di risposta dei vari enti territoriali “è in linea con quello regionale”. Molto buono il dato sugli arretrati, che dovrà essere ulteriormente esplicitato per ogni singola amministrazione. Per Polverosi, “in questa fase ci si è concentrati nel dare risposte puntuali a un territorio molto vasto e con un grado di partecipazioni alle varie Unioni di Comuni molto variegato”.
Per Dario Deveronico, coordinatore del team di Reggio Emilia, “c’è stata una grande risposta da parte degli enti locali: abbiamo effettuato il giro di 42 Comuni e 7 Unioni di Comuni. La nostra è una provincia con biodiversità e caratteristiche particolari e c’è ancora molto da fare sul fronte della digitalizzazione. Ma molti progetti già avviati potranno essere messi a sistema e rilanciati grazie al nostro aiuto, cogliendo le opportunità offerte dai bandi sulla missione digitale del Pnrr”.
Fausto Braglia, team leader di Modena, ha illustrato i numeri positivi di un territorio composto da 47 comuni e 6 Unioni e che ha dato una risposta più che positiva alle prime sollecitazioni prospettate. Aspetti peculiari evidenziati nel modenese “è il sostegno delle centrali uniche di committenza sia a livello provinciale che delle varie Unioni di Comuni per la messa in atto dei singoli progetti”. Permangono comunque evidenti differenze tra il territorio della pianura e quello appenninico, “ma su tutto prevale la volontà di creare reti e sinergie”.
Gianluca Calabretta, del team di Bologna, ha spiegato: “La scelta di approcciare la presenza sul territorio è partita dall’incontro con le 7 Unioni per portare avanti le azioni previste dal nostro progetto. Gli incontri sono stati proficui e la missione principale è la digitalizzazione poiché impatta su tantissimi procedimenti. Da un punto di vista di esigenze generali, visto che in provincia di Bologna andiamo da piccoli comuni al capoluogo, abbiamo fatto una ‘fotografia’ dei principali punti di intervento sulla base delle caratteristiche di ciascun ente locale”.
Patrizia Saggini, responsabile del gruppo ferrarese, ha sottolineato l’ottimo livello di accoglienza garantito dal territorio, “tanto che diversi Comuni non credevano al fatto di avere degli esperti a propria disposizione su temi di così grande importanza”. Notevole la discrepanza nella capacità di elaborare dati aggregati tra i comuni più grandi e quelli più piccoli, che “spesso non solo non hanno neppure procedure ben definite, ma neppure il personale necessario per fornire risposte efficaci in tempi utili”.
Simone Marino, del team di Ravenna, ha sottolineato “la risposta positiva da parte dei Comuni. Uno degli obiettivi è di efficientare i procedimenti amministrativi per agevolare la vita dei cittadini, che sono i principali beneficiari dell’attività delle pubbliche amministrazioni. Sia i Comuni sia le Unioni hanno capito l’importanza del nostro lavoro e stanno rispondendo in maniera positiva ai bandi, in particolare sulla rigenerazione urbana e sull’efficientamento energetico”.
Simona Boragini, coordinatrice del team di Forlì-Cesena, ha sottolineato la risposta positiva della quasi totalità degli enti territoriali. Anche in questo caso evidenti differenze si sono registrate tra le realtà più grandi e le cittadine più piccole. Peculiare poi il ruolo della Provincia “che sta cercando di ricoprire un ruolo di coordinamento e informazione sulle fonti di finanziamento disponibili”.
Per Alberto Leoni, del team di Rimini, “è stato importante il risultato di gruppo prodotto dagli enti del territorio riminese. La Provincia si è data un ruolo importante cioè diventare punto di coordinamento dell’area vasta. Non vogliamo lasciare indietro alcun territorio, a partire dalle realtà meno strutturate. Il lavoro della Provincia ha portato a un buon risultato e sui bandi abbiamo cercato di fornire supporto ai territori, dalla partecipazione alla messa a terra, attraverso supporto tecnico-amministrativo”.
Al termine delle audizioni, Valentina Castaldini ha posto “una riflessione squisitamente politica”. La forzista ha posto quindi una domanda molto semplice a tutti gli esperti che sono intervenuti: “se un 15% circa dei comuni dei vostri territori non ha neppure risposto ai questionari che avete presentato, come si pensa potranno partecipare ai bandi PNRR?”. Per Castaldini è quindi di fondamentale importanza che le expertise messe in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza rimangano sui territori sotto forma di uffici progettazione che esulino dalle varie unioni di comuni per partecipare compiutamente ai prossimi bandi europei.
La presidente della commissione Politiche economiche Manuela Rontini ha sottolineato: “Il monitoraggio effettuato provincia per provincia è stato prezioso, soprattutto per la Regione che sta cercando di fare il possibile perché le risorse vengano distribuite da qui al 2026 con progettualità che facciano fare un salto di qualità ai nostri territori. Dobbiamo lavorare insieme come stiamo facendo affinché le opportunità si conoscano e ci sia un terreno pronto e capace di metterle a frutto”.
In chiusura dei lavori, il Direttore Generale Frieri ha chiarito che questa prima fase di lavoro dovrà completarsi entro giugno per andare all’approvazione del dipartimento della Funzione Pubblica e mettere in campo processi di miglioramento digitale e organizzativo da attuarsi entro il 2025.