Piste ciclabili, zone a traffico limitato e a velocità ridotta, infrastrutture dedicate come velostazioni, incentivi economici per incoraggiare l’uso della bici negli spostamenti quotidiani casa-lavoro e casa-scuola, lasciando l’auto in garage, sconti sulle tariffe del bike-sharing e per il deposito delle biciclette presso le velostazioni e altri locali di interscambio come stazioni ferroviarie o dei bus.
In breve, Bike to work, il progetto voluto dalla Regione Emilia-Romagna per promuovere in tutto il territorio regionale uno stile di vita più salutare e sportivo e, soprattutto, per dare un contributo alla lotta all’inquinamento atmosferico e al miglioramento della qualità dell’aria nelle nostre città.
Sono i contenuti del nuovo provvedimento approvato dalla Giunta regionale che mette a disposizione dei capoluoghi emiliano-romagnoli, più Carpi, Imola e Faenza, quasi 9,8 milioni di euro nel triennio 2021-2023, dopo quello di inizio agosto per oltre 10 milioni di euro indirizzato ai 194 Comuni sotto i 50 mila abitanti interessati dalla sentenza per il superamento delle polveri sottili (PM10).
Il progetto “Bike to work 2021” prevede la concessione di contributi regionali fino al 70% per dare impulso alle iniziative di sviluppo della mobilità dolce negli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro, studio o, più semplicemente, per svago nei principali centri abitati della regione. Ma non solo: ai fondi erogati dalla Regione ogni comune dovrà aggiungere una quota di risorse proprie pari al 30%, per un investimento complessivo che sfiora i 14 milioni di euro, con una sorta di “patto” di reciproco impegno tra Regione e singolo Comune per la realizzazione dei progetti e degli obiettivi.
Un progetto che rientra tra le iniziative avviate dalla Regione per ottemperare alle prescrizioni della Corte di Bruxelles.
A questi fondi si somma poi un’ulteriore tranche di 4,5 milioni di euro mobilitati dalla Giunta regionale, a favore degli stessi comuni di pianura inferiori ai 30.00 abitanti, per finanziare la sostituzione dei veicoli obsoleti a loro disposizione con mezzi a basso impatto ambientale.
A beneficiare delle risorse regionali – 9 milioni e 778 mila euro complessivi, di cui l’80% destinate a coprire le spese di investimento e il 20% quelle correnti – sono i 10 capoluoghi provinciali dell’Emilia-Romagna, più i Comuni Carpi, Imola e Faenza.
Ai fondi erogati dalla Regione ogni comune dovrà poi aggiungere una quota di risorse proprie pari al 30%, per un investimento complessivo che sfiora i 14 milioni di euro. In caso di mancato raggiungimento da parte dei comuni della soglia di cofinanziamento sopra indicata, il contributo regionale sarà ridotto in maniera proporzionale.
Per usufruire dei finanziamenti decisi dalla Giunta regionale ciascun comune dovrà presentare una lista di azioni da intraprendere per favorire la mobilità ciclistica. Le iniziative elencate in un’apposita scheda, con la descrizione degli interventi in cantiere e l’indicazione dei fondi necessari, daranno vita a un protocollo d’intesa, una sorta di “patto” di reciproco impegno, che dovrà essere siglato tra Regione e il singolo Comune interessato entro il 31 ottobre prossimo.
Per quanto riguarda gli investimenti, saranno finanziati progetti per la realizzazione di piste
ciclabili, interventi di manutenzione straordinaria delle strade volti a garantire la sicurezza e
incentivare la circolazione delle bici quali ad esempio la creazione di corsie ciclabili, zone a traffico limitato o a velocità ridotta (30 km), strade scolastiche, percorsi sicuri casa-scuola, oltre alla realizzazione di infrastrutture al servizio della mobilità sulle due ruote (velostazioni, depositi bici, rastrelliere e attrezzature per la sosta e contro il furto dei mezzi a pedale).
Tra le azioni che rientrano tra le spese correnti figurano invece gli incentivi economici per
invogliare l’uso delle due ruote nei percorsi casa-ufficio – da un minimo di 20 ad un massimo di 50 centesimi a chilometro -, a seguito di accordi aziendali; gli sconti sulle tariffe del bike-sharing e per il deposito delle biciclette presso le velostazioni o altri locali finalizzati all’interscambio modale, ad esempio presso le stazioni ferroviarie o delle corriere.