Con deliberazione n. 214 del 10 luglio 2019, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha adottato il Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT 2025. Si è giunti così quasi in conclusione del lungo e complesso iter iniziato con l’adozione del Piano da parte della Giunta con la Delibera n. 2045 del 3 dicembre 2018. In questi giorni scadevano i termini per la presentazione di osservazioni e proposte.
“Presa visione del Piano” afferma Massimo Manzoli, capogruppo di Ravenna in Comune in consiglio comunale “abbiamo ritenuto importante, in considerazione del ruolo che rappresenta per Ravenna il proprio scalo, fornire un contributo al capitolo 9.1 del Piano, intitolato “Il ruolo e le prospettive di sviluppo del porto di Ravenna”. Alleghiamo a questo comunicato le predette osservazioni, segnaliamo però di seguito alcuni aspetti che ci sembrano di particolare interesse per la cittadinanza.
Innanzi tutto, il Piano ha ritenuto di mettere in rilievo come il progetto definitivo Hub portuale 2017, di cui alla delibera CIPE del 28 febbraio 2018, abbia ottemperato alle prescrizioni del Piano dell’Aria Integrato Regionale PAIR 2020. Due sono gli aspetti che vengono in rilievo: l’elettrificazione dei punti di attracco attraverso l’uso di fonti rinnovabili e la dotazione delle realizzande nuove banchine con un sistema di erogazione di energia elettrica, cui connettere le navi all’attracco, al fine di arrestare i motori diesel responsabili di emissioni inquinanti e climalteranti. Niente di tutto questo, però, verrà realizzato a Ravenna attraverso l’implementazione del progetto di rifacimento delle banchine: il Presidente dell’AdSP del Mare Adriatico centro-settentrionale ha infatti più volte ribadito, l’ultima volta in commissione consiliare il 30 settembre 2018, che il progetto non prevede in alcun modo l’elettrificazione delle banchine.
Abbiamo poi dovuto contestare:
- Le previsioni di miglioramento del traffico crocieristico che, in realtà, stanno andando sempre peggio;
- Le previsioni di movimentazione di 500.000 Teus annui nel realizzando nuovo terminal container, in assenza di elementi che sostengano il dato, in presenza della forte concorrenza degli altri quattro porti altoadriatici (Venezia, Trieste, Koper e Rijeka) e per la mancanza di alcun impegno/stanziamento/progetto per la realizzazione su area privata (SAPIR) del terminal;
- Le previsioni di utilizzo delle piattaforme logistiche, anche qui in assenza di elementi che sostengano la loro necessità, al di là dell’idea di tombarvici dentro i fanghi del Candiano, nonché per la mancanza di alcun impegno/stanziamento/progetto per la realizzazione su area privata (SAPIR, CMC e altri);
- Oltre ad altri aspetti frutto di errori nei dati riportati o palesemente non rispondenti a realtà.
Sperando di aver così contribuito ad una pianificazione portuale regionale coerente con quello che il nostro scalo rappresenta, ci chiediamo come mai tali aspetti scorretti, macroscopicamente evidenti, non siano stati precedentemente corretti dal Comune e dall’Autorità Portuale”.