“È un piano molto ambizioso e allo stesso tempo molto concreto quello che ci apprestiamo a sottoporre all’attenzione del consiglio comunale; riguarda la salvezza dell’unico pianeta che abbiamo a disposizione, che non abbiamo ricevuto in eredità da padri e madri, ma in prestito da figli e figlie. Per questo il mio auspicio è quello del massimo confronto e della più ampia condivisione”.
Così il sindaco Michele de Pascale alla vigilia della discussione e della votazione del Piano d’azione per l’energia e il clima (Paesc) prevista nella seduta di domani, martedì 1 dicembre, dopo che le commissioni consiliari “Ambiente, sanità pubblica, qualità della vita” e “Assetto del territorio” lo hanno esaminato il 23 novembre scorso.
La redazione del Paesc fa seguito alla sottoscrizione, votata all’unanimità del Consiglio comunale nell’aprile del 2019, degli impegni fissati per aderire all’omonima iniziativa europea “Piano d’azione per l’energia e il clima”, lanciata nel 2015 nell’ambito del cosiddetto “Patto dei sindaci”. Tale adesione rappresenta l’evoluzione del cammino già avviato dall’Amministrazione comunale nel 2008, con la partecipazione alla prima iniziativa del “Patto dei sindaci per l’energia”, che fissava una riduzione di almeno il 20% del bilancio di CO2 equivalente entro il 2020. Questo impegno ha comportato, nel 2012, la redazione del Piano di azione per l’energia sostenibile (Paes), che traguardava il 2020.
“L’obiettivo di riduzione del 20% del bilancio di CO2 equivalente entro il 2020 è stato raggiunto – aggiunge de Pascale – e ciò testimonia la serietà e l’impegno con i quali stiamo affrontando questi temi già da tempo e continueremo ad affrontarli. Il nuovo impegno che assumiamo ora, con il Paesc, è quello di arrivare entro il 2030 ad una riduzione di almeno il 40% del bilancio di CO2 equivalente, in linea con quanto richiesto dall’Europa. Siamo consapevoli che è auspicabile fare ancora di più e che numerosi soggetti impegnati nella lotta per la difesa del clima ci chiedono di più, ma è proprio la serietà del tema che stiamo trattando ad imporci l’onestà intellettuale di assumere impegni che siamo in grado di mantenere. Tanto più che il Comune di Ravenna, da solo, è responsabile appena dell’1% delle emissioni che si registrano nel territorio e quindi la sua azione non deve essere tanto quella di agire direttamente nei propri stessi confronti, ma quella ancora più difficile di stimolare e indirizzare politiche che devono essere attuate da cittadini, imprese e tantissime altre realtà. Difficile, ma allo stesso tempo entusiasmante, perché si riconosce e si affida alle città un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico attraverso l’attuazione di politiche locali che abbiano come riferimento il clima e l’energia.
L’Amministrazione, quindi, ha accettato la sfida, che coinvolge moltissimi altri soggetti sul territorio: svolgere un approfondimento, in collaborazione con l’Università, per portare a sintesi le proprie politiche del recente passato e decidere come procedere nel futuro nella lotta ai cambiamenti climatici, con un’ottica di pianificazione strategica di lungo periodo, sostenuta da elementi concreti come gli investimenti fatti e da fare. Il Paesc sarà dunque fortemente compenetrato con il nuovo Piano urbanistico generale, perché fornisce gli scenari evolutivi del territorio in termini macroscopici, imponendo una riflessione sulle scelte.
Oggi, responsabilmente, non deroghiamo da un impegno che ci porti a raggiungere obiettivi ancora più grandi, ma presentiamo all’Europa azioni concrete e anticipiamo che, se avranno esito positivo due importanti progetti, che ora sono ancora alla fase iniziale, quali il progetto Agnes, riguardante la realizzazione di due parchi eolici nel tratto di mare antistante la costa ravennate, presentato da Saipem e Qint’x, e quello della cattura della CO2 ‘Carbon Capture e Storage’ di Eni, il saldo delle emissioni per il territorio del comune di Ravenna potrà addirittura arrivare allo zero”.
Nel documento si è partiti da un’analisi degli scenari ipotizzati dagli scienziati al 2100 per capire come si possa incidere sul medio periodo (2050) e soprattutto su quello breve, ovvero il 2030, prossima tappa fissata dall’Europa per la verifica delle politiche sul clima e dall’Onu per le verifiche sull’attuazione della sua Agenda per lo sviluppo sostenibile. Il Paesc di Ravenna fornisce dunque una visione complessiva, a scala comunale, ed è strutturato su tre documenti specifici relativi a:
- Mitigazione (ovvero riduzione delle emissioni) – partendo dal precedente Paes si effettuano la revisione, l’aggiornamento e l’implementazione delle azioni di mitigazione rilevate e in progetto sul territorio. Attraverso il coinvolgimento dei numerosi stakeholder locali, si testimonia il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del 40% del bilancio di CO2 equivalente sull’orizzonte temporale al 2030.
- Adattamento – il secondo documento è relativo alla strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. Esso è costruito partendo da una ricerca affidata al Centro di Ricerca Sealine – afferente al Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara – tramite il Consorzio Futuro in Ricerca di Ferrara nel corso del 2019, ampliata e aggiornata nel 2020 in sintonia con la visione dell’Amministrazione comunale ed in accordo alle strategie delineate nel Piano urbanistico generale in corso di redazione. In questa sezione vengono identificati i principali rischi e vulnerabilità ambientali del territorio per elaborare possibili scelte strategiche finalizzate ad incrementare la resilienza del Comune di Ravenna e della sua comunità nei confronti dei cambiamenti climatici già in atto.
- Azioni di Adattamento – il terzo e ultimo documento raccoglie le Azioni di adattamento, alcune attuate e le prime da attuare nel breve periodo, e la visione territoriale per una Ravenna resiliente, adattiva, antifragile.
“Le città – aggiunge l’assessore all’Ambiente Gianandrea Baroncini – possono fare la differenza, perché in esse ogni scelta, o non scelta, prende concretezza nella vita delle persone. Grazie al loro duplice ruolo di pianificatori e garanti della sicurezza delle comunità gli enti locali diventano i soggetti più indicati sia a definire forme d’incentivazione e politiche atte alla riduzione, ad esempio, delle emissioni in atmosfera e dei consumi energetici, sia a promuovere azioni di adattamento al cambiamento climatico. L’Amministrazione comunale ha rilanciato il suo impegno, negli ultimi anni, sui temi ambientali, ma non può farcela da sola. Per questo, poiché il suo ruolo è anche quello di dare l’esempio e creare cultura diffusa su tali temi, vogliamo far conoscere ai nostri cittadini e alle nostre imprese i contenuti di questo piano e attueremo nel prossimo periodo anche una campagna informativa mirata per diffonderne i contenuti in maniera semplice e concreta”.