La dirigente scolastica Electra Stamboulis, preside dell’Istituto Compagnoni di Lugo, ha inviato una lettera al personale scolastico, agli studenti e alle loro famiglie per raccontare come la scuola affronterà il pestaggio subito da uno studente, accerchiato e picchiato da un gruppo di coeanei. La lite, avvenuta sabato scorso, è iniziata fra due ragazzi, ma, in breve, uno dei due giovani coinvolti è stato circondato e picchiato da altri studenti.
La lettera inviata dalla dirigente:
“Sabato mattina come immagino sappiate anche se non eravate presenti a scuola, due alunni si sono presi alle mani in cortile. Intorno a loro, alcuni compagni invece di impedire l’episodio, hanno fatto capannello e hanno contribuito al pestaggio di uno di loro. L’episodio è durato pochi secondi, i ragazzi poi sono stati portati in vice presidenza, sono stati ascoltati e poi, anche se inizialmente non volevano, è stata chiamata l’ambulanza su mia iniziativa, perché in questi casi bisogna sempre far verificare ai medici cosa è successo.
Sono già stati convocati i consigli straordinari di entrambi che ascolteranno le loro versioni e poi decideranno la sanzione da erogare. Entrambi hanno dichiarato che non era loro intenzione litigare, ma che hanno agito d’impulso. Questo non toglie nulla alla gravità del fatto. Come sempre oltre agli aspetti che riguardano la scuola, quindi le sanzioni disciplinari, si valuterà l’opportunità di procedere a denuncia. Questa è una cosa che avviene sempre quando si ipotizza la presenza di un reato, ma non è la scuola a stabilire se c’è, è invece il magistrato a cui io scrivo in via riservata riferendo i fatti e fornendo gli elementi che ho disponibili.
In quella situazione qualcuno degli studenti ha ripreso alcuni momenti del fatto: il video non solo è stato fatto, quando è noto che è vietato, ma è stato condiviso con molti e inviato ad un giornalista locale, che da quello e dalla testimonianza di uno dei genitori dei ragazzi, comprensibilmente arrabbiato ma tuttavia non presente ai fatti, ne ha ricavato un articolo in parte mortificante per la scuola e la sua credibilità, che ha attirato tantissima attenzione negativa sulla nostra scuola.
Questo ha provocato una reazione di aggressività verbale da parte di un gruppetto di genitori che si sono accordati per inviarmi una lettera in cui di fatto si sostiene indirettamente che la sottoscritta, e quindi la scuola perché la dirigente rappresenta quello che fa la scuola, non faccia nulla per arginare i problemi che tutti conosciamo e che cerchiamo insieme di risolvere e affrontare. Qualcuno è passato anche agli insulti veri e propri.
Devo ringraziare i genitori rappresentanti di istituto che, proprio perché condividono l’impegno quotidiano, hanno invece confermato stima e fiducia nel nostro operato. È veramente un peccato che il lavoro di tanti, faticoso e quotidiano, difficile e complesso, genitori, personale scolastico, di studenti e studentesse impegnati e corretti, venga messo alla berlina in questo modo.
Al Polo sono iscritti circa 1800 studenti. Vuole dire che sono coinvolti 3600 genitori, ci lavorano 240 docenti e tantissimo personale ausiliario. Ogni giorno qualcuno pulisce, prepara, fa lezione, discute e dialoga con gli studenti, qualche volta sgrida, ma più spesso accompagna nel cammino di costruzione del futuro. Ogni tanto qualcuno sbaglia: la scuola interviene con le forme previste dalla legge, seguendo il proprio regolamento interno ma soprattutto le leggi dello Stato.
Ogni settimana sono convocati consigli di classe straordinari, a cui partecipano anche i rappresentanti degli studenti e dei genitori, ascoltano i ragazzi e le ragazze che sono stati segnalati e poi decidono quale sanzione può avere valore educativo per loro. Perché la scuola fa questo, educa, insieme alle famiglie.
Alcune volte si deve procedere alla segnalazione alle autorità con cui c’è una collaborazione strettissima. Poi sono loro che gestiscono il caso, fuori dalla scuola e giustamente riguarda i singoli studenti e le loro famiglie, non si fanno manifesti in piazza. A volte veniamo chiamati successivamente per raccontare quanto sappiamo, ciascuno dal proprio punto di vista. Vi posso assicurare che non sono situazioni piacevoli, ma non ci sottraiamo.
Quando qualcuno rompe qualcosa e riusciamo a risalire all’autore, chiediamo il risarcimento del danno oltre alla sanzione. Anche in questo caso non facciamo i manifesti, ma la segreteria invia un bollettino da pagare alla famiglia. A volte purtroppo non è possibile risalire a chi l’ha fatto e dispiace molto: perché rompere qualcosa che è di tutti, significa rubare anche a se stessi. Tutto quello che c’è nella scuola è stato comprato con le tasse di tutti. È quindi un bene collettivo.
Abbiamo vissuto gli anni dell’epidemia, che ci hanno costretto alla distanza. Abbiamo vissuto l’alluvione, per più di una volta. Eppure ogni volta ci siamo rialzati e rimboccati le maniche. Cercato di risolvere i problemi insieme, senza dare sempre la colpa ad un altro.
Non voglio condividere la lettera che alcuni genitori mi stanno mandando individualmente come se fosse una mail bombing, copia incollata. Come se questa potesse magicamente far sì che la complessità di una comunità come la nostra con la bacchetta magica si risolvessero. Rispondo uno ad uno, perché vorrei capire insieme a voi che cosa secondo questi genitori non facciamo già, perché sinceramente non lo capisco. Che cosa si aspettano esattamente.
Forse la cosa più opportuna sarebbe parlare con i propri figli e figlie e capire cosa ciascuno di noi può fare per migliorare il clima. Vale anche per il personale scolastico, si intende. Seguire ad esempio in modo attento e pedissequo le disposizioni aiuta: mi è stato segnalato che alcuni non registrano le uscite durante le proprie ore come previsto da circolare. Questo rende impossibile poi risalire a chi era fuori quando qualcosa accade. Oltre a rendere i corridoi un luogo in cui un numero imprecisato di ragazzi sosta anche durante le ore di lezione. Anche qui: ci sono due intervalli, ci sono gli spazi di apprendimento che permettono di sgranchirsi le gambe durante il cambio dell’ora e di usare in modo più specifico le aule. Ma quando c’è lezione uscire ogni cinque minuti, entrare in ritardo fuori orario e senza motivi giustificativi, interrompe continuamente il lavoro della classe. È una forma di mancanza di rispetto indiretto per chi sta lavorando in quel momento, compagni e docenti. Come per i bagni, una firma significa una assunzione di responsabilità: il comitato studentesco riunito la settimana scorsa ha deciso di assumersi la responsabilità delle firme del giorno.
Quindi alla prima ora un rappresentante di classe se presente o uno studente a turno in ordine alfabetico se assente, prende in carico il foglio firme che poi consegnerà l’ultima ora al docente. Il docente dell’ultima ora segnerà come previsto da circolare eventuali uscite superiori alle due durante la giornata con nota apposita. Questo per condividere anche con le famiglie cosa succede a scuola, anche perché a volte si pensa che “sono sempre i figli degli altri” responsabili.
L’allarme che ha cominciato a risuonare in modo casuale dal 13 marzo deve smettere, perché questo non è neanche uno scherzo di cattivo gusto e pericoloso, sta diventando sabotaggio. Come ho già scritto, se qualcuno non vuole venire a scuola, è libero di farlo. Ci sono tanti strumenti alternativi di formazione e possiamo accompagnare il cambiamento attraverso l’apprendistato che è partito da poco nella nostra scuola o la formazione professionale.
Però non si può tenere in questa condizione di continua emergenza una comunità. È ora che chi sa chi attiva l’allarme ce lo venga a dire: i 53 pulsanti presenti a scuola non si possono presidiare uno ad uno con i collaboratori scolastici presenti. Sono abbastanza certa che chi agisce non lo fa da solo, è sicuramente sotto gli occhi di qualche compagno o compagna. Non possiamo neanche spegnere l’allarme: se qualcosa succede, deve essere sempre disponibile e funzionante. In questo momento ci sono 75 studenti in Erasmus PCTO all’estero.
Ci sono corsi di lingue, di RAP, di videomaking, di teatro, c’è il gruppo sportivo con sempre più attività realizzate, c’è il supporto dello sportello SOS, ci sono i mentor che affiancano tanti studenti, ci sono tantissime visite di istruzione in ogni parte d’Europa e d’italia, progetti continui, spazi rinnovati.
Questa è una scuola che offre moltissimo: siamo tra i pochi a sostenere con fondi propri i ragazzi e le ragazze nel diritto allo studio, anche con contributi per le visite di istruzione. Siamo una scuola che si è posta come obiettivo di fare scuola per tutti e per ciascuno. C’è il servizio di mediazione tra pari, poco frequentato, che permette di risolvere eventuali conflitti SENZA usare le mani o la violenza verbale. Perché poi chi usa la violenza, finisce sempre nei guai. Anche chi la fa, non solo chi la subisce.
Ricordo infine ai docenti, che la circolare che prevedeva l’obbligo di vigilanza fuori dalla classe dei docenti in compresenza non è mai stata revocata. È necessario supportare in questi momenti con la propria presenza il personale scolastico, a volte lasciato da solo in uno spazio molto vasto che va presidiato.
Vorrei anche invitare a chiudere sempre con attenzione la propria aula o laboratorio, verificando prima di andarsene che tutto sia in ordine. Come previsto dal protocollo pubblicato sul sito della scuola dall’inizio dell’anno, gli ultimi cinque minuti di lezione devono essere dedicati insieme agli studenti al riordino della classe prima di uscire.
Questa semplice attività, che viene praticata senza esitazioni in tantissimi paesi europei, permette di rendere gli spazi molto più accoglienti e di rafforzare il senso di appartenenza e responsabilità degli alunni, che è uno degli scopi della nostra istituzione. Tutti questi aspetti costituiscono ordini di servizio, come tutto quanto disposto da circolare. Li invito inoltre a non usare forme come chat non istituzionali per discutere dei problemi della scuola: sappiamo bene quanto siano strumenti pericolosi, in cui succedono cose impreviste e non correggibili, succede tra gli alunni, tra le famiglie, quindi anche tra di voi.
I rappresentanti d’istituto convocheranno presto una riunione dei rappresentanti dei genitori, che voglio sentitamente ringraziare perché anche loro sono spessissimo coinvolti in questi momenti e lo fanno sottraendo spesso tempo al proprio lavoro e agli impegni familiari personali.
Vi ringrazio dell’attenzione e se avete proposte o soluzioni percorribili legalmente, potete sempre inviarle via mail alla sottoscritta che cerca sempre di rispondere a tutti”.