L’alluvione che ha colpito la Romagna circa quindici mesi fa gli ha causato perdite significative nelle produzioni agricole, compromettendo non solo il 2023, ma anche le aspettative per il 2024. Le recenti piogge dei giorni scorsi hanno messo ulteriormente a rischio il raccolto del 2025. A ciò si aggiunge quella che Giorgio Giraldi, titolare dell’omonima azienda agricola, definisce una “beffa”: i rimborsi ridicoli ricevuti per i danni dell’anno scorso.
Giraldi, che gestisce un’azienda specializzata nella coltivazione di farro e altri cereali sulle colline di Brisighella, vive una situazione difficile, simile a molti altri imprenditori del settore. “A causa dell’alluvione dello scorso anno, abbiamo avuto un raccolto quasi nullo, e anche quest’anno la situazione è critica, con il rischio di perdite anche per il 2025. Siamo stati costretti ad attingere ai nostri risparmi, investendo 350.000 euro per andare avanti. Nel 2023, il nostro fatturato è stato appena un quinto rispetto agli anni precedenti”, racconta Giraldi.
Prima dell’alluvione, l’azienda raggiungeva un fatturato annuo di circa un milione di euro. Dopo le recenti piogge, che hanno portato a 350 millimetri d’acqua, i terreni sono ora saturi, e le semine previste rischiano di essere compromesse. “Siamo stati costretti a posticipare tutto, eravamo pronti a partire”, aggiunge.
In merito ai rimborsi, Giraldi esprime una forte delusione: “Abbiamo ricevuto solo tra i 5.000 e i 6.000 euro per quasi 450 ettari di terreno coltivato, una miseria che si traduce in circa 10-15 euro per ettaro. Questi fondi, erogati da Agea tramite la gestione della crisi da alluvione dell’Unione Europea, sono stati insoddisfacenti. Nonostante le mie ripetute richieste di chiarimento, non ho mai ricevuto risposta, nemmeno alle pec inviate tramite il mio avvocato”.
L’azienda di Giraldi, avviata nel 2000, è frutto del lavoro e degli investimenti effettuati a livello familiare. Si è puntato su un modello sostenibile, investendo in macchinari e impianti fotovoltaici, diventando così autonomi anche dal punto di vista energetico. “Un’azienda non può fermarsi; se smette di investire, è destinata a chiudere”.
Per quanto riguarda le recenti polemiche politiche sulla gestione dell’emergenza alluvionale, Giraldi invita a superare le divergenze e concentrarsi sulle soluzioni: “È tempo di rimboccarsi le maniche. Il problema va affrontato a monte, i fiumi sono in condizioni critiche. Le polemiche servono a spostare l’attenzione, ma in un anno sono stati realizzati i lavori che era possibile fare. Quando cadono 350-400 millimetri di acqua, il Lamone sembra il Po, quest’acqua non la fermi. Il mio non è un parere politico, io sono più per il mettiamo a posto quello che c’è da mettere a posto e poi ne parliamo. Le polemiche si fanno ma si fanno dopo. Destra, sinistra, centro, a me non interessa deve esserci collaborazione”.