All’inizio della tetralogia L’amica geniale, due bambine gettano per reciproca sfida le loro bambole nelle profondità di uno scantinato buio. Quando vanno a cercarle, non le trovano più. In questi tre atti scenici si rievoca quello spazio di mistero e quel doppio femminile: le due si tengono per mano e, attraverso le vibrazioni dei corpi e l’ardore di un passato sempre presente – dove risuona la coralità di una Napoli dilaniata dalle contraddizioni – rivelano una duplice ibrida identità, che porta su di sé l’impronta della bambina, della donna e della bambola al contempo. Due amiche-attrici montano e smontano un collage di emozioni a specchio che racconta la crescita individuale di Elena e Lila, il loro modo di influenzarsi reciprocamente, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto.
Storia di un’amicizia è uno spettacolo diviso in episodi a cui si accede con lo stesso biglietto. L’abbonato può scegliere se assistervi in due serate diverse (venerdì 15 e sabato 16 febbraio alle 21) o in un’unica giornata (sabato 16 febbraio a partire dalle 19.30). Chi ha acquistato un biglietto o è in possesso di un abbonamento per la data di venerdì 15 alle ore 21 può assistere alla seconda parte sabato alle 21.
Sabato 16 febbraio la compagnia incontra il pubblico in dialogo con Diego Vincenti, giornalista e critico teatrale, e Tiziana de Rogatis, scrittrice.
Lo spettacolo, diviso in tre capitoli (Le due bambole, Il nuovo cognome e La bambina perduta), si basa sulla storia dell’amicizia tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto. Sullo sfondo la coralità di una città/mondo dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e di un futuro i cui confini feroci faticano ancora a delinearsi con nettezza. Il rapporto tra le biografie delle due donne con la storia particolare della loro amicizia e la Storia di un Paese travagliato dalle sue metamorfosi si intreccia in una sorta di agone narrativo che procede per squarci subitanei ed epifanie improvvise attraverso il racconto delle due protagoniste.
Nel romanzo in quattro parti della Ferrante, Un’amicizia era il titolo del libro che raccontava, a posteriori, la vicenda del rapporto tra due donne; Storia di un’amicizia diviene qui, invece, il titolo del racconto, in forma di spettacolo, che Elena Greco (Chiara Lagani) compone a partire dalle vicende di una vita che la legano a Lina Cerullo (Fiorenza Menni), la sua amica geniale. «La tensione immedesimante con cui si segue la vicenda pluriennale dell’amicizia tra le due donne raccontata da Ferrante – dice Chiara Lagani – è sconcertante e completa. Ci si identifica in una o nell’altra o più precisamente, forse, nel loro stesso legame. Ci si identifica in modo assoluto, a tratti fastidioso e, ancor più, ci si innamora sempre più del proprio progressivo identificarsi nella vicenda».
Nel primo tempo, dedicato all’infanzia, le due amiche, bambine, gettano per reciproca sfida le loro bambole nelle profondità di uno scantinato nero. Quando vanno a cercarle, le bambole non ci sono più. Le due bambine, convinte che Don Achille, l’orco della loro infanzia, le abbia rubate, un giorno trovano il coraggio di andare a reclamarle. Le due attrici si fanno fisicamente attraversare dal testo di Elena Ferrante, la storia è “detta” dai loro corpi e lascerà su di loro un’impronta indelebile fino a trasformarle in una strana doppia ibrida identità, che porta su di sé l’impronta della bambina, della donna e della bambola al contempo.
Nel secondo tempo, diviso in due parti, succedono molte cose: Lila si sposa, acquistando un nuovo cognome che la separa irreparabilmente da una intera fase della sua vita. I signori del rione, i fratelli Solara, vogliono adoperare l’immagine di Lila in abito da sposa per realizzare un grande manifesto da appendere nel negozio di scarpe, un tempo Cerullo, ora Solara. Lila, nel disperato tentativo di riaffermare il proprio controllo su quell’immagine, e così sulla sua vita, accetta di esporla, ma solo a patto di poterla modificare. La seconda parte dello spettacolo inizia proprio con la storia di quest’immagine, che sarà spezzata, incisa, violentemente trasformata dalle amiche, divenendo uno strano, evocativo emblema della loro storia.
«Credo che questa storia riguardi tutte le donne – dice Luigi De Angelis – ma anche gli uomini, che si riconoscono in legami potenti, che è difficile recidere o trasformare. Ha a che fare con un morso, il morso dell’amicizia o legame simbiotico. Questo morso è generatore di frutti bellissimi, ma crea allo stesso tempo proiezioni, luci e ombre, tentativi di allontanamento, di fuga, di cancellazioni reciproche, e una sua traccia rimane per sempre indelebile, sottocutanea e parla, agisce anche nella lontananza».
La terza parte, infine, è dedicata alla maternità. Anche Elena, nel frattempo, si è sposata e ha avuto due figlie con Pietro Airota, un brillante compagno di università. Si è allontanata dal rione per studiare e poi scrivere. Si è allontanata anche da Lila. Lila, dopo la fine del suo matrimonio, e dopo una burrascosa storia con Nino, l’antico amore di Elena, va a vivere con Enzo, compagno di scuola di un tempo. Quando Lila rimane incinta di Enzo, anche Elena è incinta, ma di Nino, ora suo amante. È forse questa maternità parallela che riattiva il legame, mai interrotto, tra le amiche. Le due bambine (Tina, la figlia di Lila, e Imma, la figlia di Elena) crescono insieme, specchio dell’amicizia tormentata delle madri. Finché un giorno, all’improvviso, Tina scompare…
Storia di un’amicizia
tratto dalla tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante (Edizioni e/o)
ideazione Chiara Lagani e Luigi De Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
regia, light design, spazio scenico, progetto sonoro Luigi De Angelis
in scena Chiara Lagani e Fiorenza Menni
sound design Tempo Reale/Damiano Meacci
video Sara Fgaier
coproduzione Napoli Teatro Festival, Ravenna Festival, E-production
in collaborazione con Ateliersi
sabato 16 febbraio – ore 17 – sala Mandiaye N’Diaye del Teatro Rasi
La compagnia incontra il pubblico in dialogo con Diego Vincenti, giornalista e critico teatrale, e Tiziana de Rogatis, scrittrice
GLI INCONTRI A LATERE DELLO SPETTACOLO
realizzati con Cisim di Lido Adriano e Casa delle Donne di Ravenna
venerdì 1 febbraio – ore 17.45 – Casa delle Donne, via Maggiore 120
Raccontare fino in fondo. Riflessioni sui testi di Elena Ferrante
con Laura Gambi e Chiara Lagani
Le madri e le figlie: adesioni e separazioni, presenze e scomparse; la frantumaglia e la smarginatura.
venerdì 8 febbraio – ore 21 – Cisim, viale Parini 48, Lido Adriano
Ferrante Fever
film documentario, regia di Giacomo Durzi
a seguire Laura Gambi dialoga con Mara Cerri, autrice delle animazioni del documentario, e Chiara Lagani, ideatrice, drammaturga e attrice dello spettacolo Storia di un’amicizia
a seguire via Curiel 8, cortometraggio di animazione di Mara Cerri e Magda Guidi
venerdì 15 febbraio – ore 17.45 – Casa delle Donne, via Maggiore 120
Incontro con la scrittrice Tiziana de Rogatis, autrice del libro Elena Ferrante. Parole chiave, edizioni e/o
BIGLIETTI
Settore unico
intero 15 € /ridotto* 12 € /under30 8 € / under20 5 €
*carnettisti, cral e gruppi organizzati, insegnanti, oltre i 65 anni, iscritti all’Università per gli Adulti Bosi Maramotti, Soci Coop
Alleanza 3.0, EspClub Card, Soci BCC, tessera TCI
Grazie al contributo di Fondazione Flaminia sono a disposizione biglietti gratuiti per gli studenti universitari iscritti al Polo di Ravenna. I biglietti saranno in distribuzione martedì 12 e giovedì 14 febbraio dalle 12 alle 14 presso il Punto Ristoro a Palazzo dei Congressi.
Biglietteria Teatro Alighieri, via Mariani 2 Ravenna, tel. 0544 249244, aperta tutti i feriali dalle 10 alle 13, il giovedì anche dalle 16 alle 18 e da un’ora prima di ogni spettacolo. Biglietteria Teatro Rasi, via di Roma 39 Ravenna, tel. 0544 30227 aperta il giovedì dalle 16.00 alle 18.00 e da un’ora prima di ogni spettacolo.