“Pensavamo di averle viste tutte, ma ci sbagliavamo. Anche se si era capito che l’aria che tirava era proprio quella che si è manifestata. Allo scopo di garantire a sé stesso la continuità nella gestione del potere, il PD ravennate toglie di mezzo senza tanti problemi il vice sindaco del PRI e nomina in quella carica istituzionale un proprio fedelissimo, così la reggenza dopo l’elezione di De Pascale a Presidente della Regione, nei mesi che ci separano da oggi alle elezioni comunali di primavera è messa al sicuro.”

La decisione del sindaco uscente Michele de Pascale di riassegnare le deleghe in giunta e di privare della carica di vicesindaco Eugenio Fusignani, rappresentante nell’organo di governo del Partito Repubblicano, a favore di Fabio Sbaraglia, Partito Democratico, non è piaciuta ad una minoranza del PRI. Oggi questa minoranza, che preferisce rimanere anonima, ha diffuso una nota stampa a tutte le redazioni:

“Due i messaggi che il PD lancia. Uno di tipo generale: qui comando io e non si discute.
Uno al PRI: non siete nessuno, qual è il vostro ruolo lo decido io e zitti.
Una pessima pagina della politica ravennate ed un pessimo inizio per il nuovo Presidente della Regione.
Buio fitto, invece, per la dirigenza del PRI di Ravenna che, con ogni evidenza, ha condiviso il percorso automutilante, magari in cambio della miracolosa resurrezione del vice sindaco dopo le elezioni comunali, senza un minimo di dignità, nè un sussulto di orgoglio.
E senza nessuna discussione in casa repubblicana”.