E’ quanto accaduto ai consiglieri comunali della Lega Gabriele Padovani e Jacopo Berti, costretti a pubbliche scuse per aver ingiustamente chiamato in causa dirigenza scolastica e insegnanti di una scuola primaria faentina, colpevoli, a loro avviso, di aver sottovalutato il caso di un bimbo tornato a casa da scuola con un labbro gonfio e un dente caduto. Si è appurato infatti che quella scuola, quel dirigente e quegli insegnanti non c’entravano nulla.
Gli esponenti leghisti, sempre spavaldi, stavolta sono pronti ad una repentina quanto clamorosa retromarcia, per ottenere il ritiro della querela presentata nei loro confronti e nei confronti della pagina facebook di pseudo-informazione locale che per prima ha diffuso la non-notizia.
Il tutto potrebbe concludersi con una risata e uno sberleffo. Se, quanto accaduto, non fosse a nostro avviso molto grave e indice di un modo irresponsabile di fare politica.
Agli esponenti leghisti della scuola evidentemente non importa nulla. Immaginando di poter guadagnare due voti in più, non ci si è fatto scrupolo di fermarsi neppure di fronte ai bambini e di sottoporre alla gogna mediatica dei social network, in un crescendo di insulti, scuola, insegnati, famiglie, infangando e screditando in un attimo il lavoro educativo, attento e prezioso, svolto insieme per il bene dei bambini. Ne è prova l’indignazione e lo sfogo di insegnanti e genitori da noi raccolto in questi giorni, per la totale mancanza di rispetto dei diritti fondamentali di persone e bambini.
In più, la denuncia è partita perché coinvolto nel fatto un bimbo di origine straniera, nato in Italia. Diversamente non sarebbe stato neppure segnalato ma derubricato come episodio, certamente da non sottovalutare, ma riguardante il complesso e delicato rapporto bambini, insegnanti e genitori, da gestire all’interno della scuola ed, eventualmente, tramite le autorità scolastiche. Un clima di foga contro lo straniero che ha raggiunto un livello intollerabile e pericoloso.
La scuola svolge un compito educativo fondamentale. Non mancano alcuni problemi, tra cui quello molto preoccupante del bullismo. Anche per questo è compito di tutti sostenere gli insegnanti, e i dirigenti impegnati in un compito estremamente delicato, diventato oggigiorno ancora più decisivo. La scuola ha bisogno di tutto tranne di essere trascinata strumentalmente nella contesa politica. Il Partito Democratico ne è conscio e continuerà a lavorare nel rispetto delle competenze e dell’autonomia scolastica per favorire un clima di reciproca fiducia, condizione indispensabile per una scuola di qualità.
Dubitiamo che, nonostante quanto accaduto, Padovani e Berti cambieranno la strategia comunicativa basata sulla polemica e l’aggressione che tanti frutti ha portato al loro partito, scaricandone i costi su una comunità sempre più disorientata e, a volte, incattivita. Ma auspichiamo che i contorni grotteschi di questa triste vicenda possano far riflettere tutti quei cittadini (e sono tanti!) che, come noi, credono che la politica debba essere un’altra cosa.