“Il 13 marzo del 1987 tredici lavoratori morirono a bordo della gassiera Elisabetta Montanari. Una tragedia che ha segnato per sempre la città di Ravenna e grazie alla quale imparammo che il caporalato, la non sicurezza sul lavoro e la disorganizzazione nei cantieri era, allora, una normalità al porto e non solo.
Cosa è stato fatto a Ravenna ed in Italia in questi 36 anni per evitare le morti sul lavoro?
Sicuramente tante parole sono state dette e tante promesse sono state fatte. Le condizioni dei lavoratori dovrebbero, sulla carta, essere di gran lunga migliorate rispetto a quelle di allora. La realtà è che nulla è cambiato, perché si è voluto dare solo una verniciata superficiale, ma non ristrutturare quello che avrebbe dovuto essere ristrutturato. È Normale che i partiti che sostengono la globalizzazione capitalista e neoliberista possano reagire a queste tragedie non andando oltre a qualche piagnisteo o promessa di circostanza. Queste forze politiche, che difendono esclusivamente gli interessi del padronato, possono al massimo dare qualche buffetto di rimprovero sulle guance alle aziende.
È di fatto l’atteggiamento che da trent’anni tengono tutte quelle forze della sinistra liberista e atlantista, impegnate solo a garantire ogni possibile diritto civile secondo il “Programma Sanremo”, piegate a novanta gradi di fronte alle richieste di chi gestisce il potere economico e finanziario nel nostro paese.
Cosa è stato fatto a Ravenna ed in Italia in questi 36 anni per evitare le morti sul lavoro?
Sicuramente tante parole sono state dette e tante promesse sono state fatte. Le condizioni dei lavoratori dovrebbero, sulla carta, essere di gran lunga migliorate rispetto a quelle di allora. La realtà è che nulla è cambiato, perché si è voluto dare solo una verniciata superficiale, ma non ristrutturare quello che avrebbe dovuto essere ristrutturato. È Normale che i partiti che sostengono la globalizzazione capitalista e neoliberista possano reagire a queste tragedie non andando oltre a qualche piagnisteo o promessa di circostanza. Queste forze politiche, che difendono esclusivamente gli interessi del padronato, possono al massimo dare qualche buffetto di rimprovero sulle guance alle aziende.
È di fatto l’atteggiamento che da trent’anni tengono tutte quelle forze della sinistra liberista e atlantista, impegnate solo a garantire ogni possibile diritto civile secondo il “Programma Sanremo”, piegate a novanta gradi di fronte alle richieste di chi gestisce il potere economico e finanziario nel nostro paese.
L’Osservatorio VEGA di Mestre ci dice che nel 2022 a Ravenna l’indice di incidenza degli incidenti mortali sul lavoro è pari a 58.2 morti ogni milione di lavoratori, contro una media nazionale di 32. A Ravenna, dunque, il rischio di morire sul lavoro è quasi il doppio rispetto alla media nazionale. La Provincia di Ravenna è maglia nera in Regione e si posiziona a livello italiano al ventiduesimo posto.
Sono ben 1090 i lavoratori morti in Italia nel 2022, con tutti i dati in crescita compreso quello dei decessi in itinere che fa registrare un aumento del 21.4%.
L’Osservatorio sulla legalità e la sicurezza sul lavoro voluto dal Comune di Ravenna, che ha coinvolto tantissimi soggetti, tra cui la Prefettura, rappresenta sulla carta un importante strumento di analisi e di monitoraggio ma non ha, fino ad oggi, impedito ai lavoratori di morire o di infortunarsi sul luogo di lavoro.
Noi comunisti crediamo che il problema possa essere risolto solo intervenendo su quelle che sono le reali cause che provocano tanti lutti fra i lavoratori: precarietà, bassi salari, eccessivi carichi di lavoro, orari di lavoro sfiancanti, ricatti e ritorsioni che spingono il lavoratore ad accettare qualsiasi tipo di mansione. Le lotte sindacali di classe sono state abbandonate, preferendo la concertazione al ribasso a scapito degli interessi dei lavoratori. Il tradimento dei sindacati concertativi nazionali nei confronti dei lavoratori ha annullato, di fatto, il loro potere contrattuale e portato i rapporti di forza tra capitale e lavoro ai minimi storici.
Le condizioni del lavoro di oggi sono il risultato concreto di una famosa profezia che vede come protagonista un esponente della classe dominante capitalista, Gianni Agnelli, il quale previde che per attuare riforme di destra (a beneficio del capitale), ci si sarebbe dovuti rivolgere a governi di sinistra. Il Partito Democratico ha esattamente svolto – e continuerà a svolgere – il compito predetto dall’avvocato. Il risultato di tutto ciò è molto semplice: quando vince la destra avremo politiche di destra, quando vince la (finta) sinistra avremo politiche di destra.
Sono ben 1090 i lavoratori morti in Italia nel 2022, con tutti i dati in crescita compreso quello dei decessi in itinere che fa registrare un aumento del 21.4%.
L’Osservatorio sulla legalità e la sicurezza sul lavoro voluto dal Comune di Ravenna, che ha coinvolto tantissimi soggetti, tra cui la Prefettura, rappresenta sulla carta un importante strumento di analisi e di monitoraggio ma non ha, fino ad oggi, impedito ai lavoratori di morire o di infortunarsi sul luogo di lavoro.
Noi comunisti crediamo che il problema possa essere risolto solo intervenendo su quelle che sono le reali cause che provocano tanti lutti fra i lavoratori: precarietà, bassi salari, eccessivi carichi di lavoro, orari di lavoro sfiancanti, ricatti e ritorsioni che spingono il lavoratore ad accettare qualsiasi tipo di mansione. Le lotte sindacali di classe sono state abbandonate, preferendo la concertazione al ribasso a scapito degli interessi dei lavoratori. Il tradimento dei sindacati concertativi nazionali nei confronti dei lavoratori ha annullato, di fatto, il loro potere contrattuale e portato i rapporti di forza tra capitale e lavoro ai minimi storici.
Le condizioni del lavoro di oggi sono il risultato concreto di una famosa profezia che vede come protagonista un esponente della classe dominante capitalista, Gianni Agnelli, il quale previde che per attuare riforme di destra (a beneficio del capitale), ci si sarebbe dovuti rivolgere a governi di sinistra. Il Partito Democratico ha esattamente svolto – e continuerà a svolgere – il compito predetto dall’avvocato. Il risultato di tutto ciò è molto semplice: quando vince la destra avremo politiche di destra, quando vince la (finta) sinistra avremo politiche di destra.
Con questa finta sinistra, che altro non è che l’altra faccia della globalizzazione capitalistica, i lavoratori continueranno a soffrire, i diritti sociali saranno sempre di più compressi e repressi ed il depauperamento dei ceti medi potrà continuare indisturbato.”