Pietro Biagi (oggi direttore del bagno Figli del Sole) punta il dito sul modello turistico cervese: “Imprenditori troppo individualisti, il turismo si fa vendendo le località non i singoli brand”
Per due anni e mezzo, dal gennaio del 2016 all’agosto del 2018, è stato amministratore delegato del Pineta, la storica discoteca di Milano Marittima. Oggi, dopo aver chiuso quell’esperienza lavorativa (“per ragioni personali che – dice – non è il caso di approfondire), Pietro Biagi ha ceduto alle lusinghe di Nicola Santoni ed è diventato consulente e collaboratore del bagno Figli del Sole, una delle strutture più rinomate della riviera cervese.
Un po’ quality-manager e un po’ pierre, Pietro Biagi in questa nuova avventura professionale, sta mettendo entusiasmo, esperienza e capacità, quelle stesse caratteristiche che già tre anni fa, dopo la brillante direzione del mitico Pacifico, gli valsero la nomea di “enfant-prodige” del mondo dell’entertainment.
Manager innovativo e preparato, Pietro è la figura ideale per parlare di turismo a 360°.
Per Milano Marittima, dove hai lavorato tanti anni, va in archivio un’altra estate di luci ed ombre. Modello turistico ormai in crisi?
“Il problema di quella località è la scarsa propensione al dialogo degli operatori. Tutti hanno una visione fortemente individualistica delle propria impresa, come se ‘fare sistema’ fosse un limite non una risorsa. In realtà, nel mondo, i modelli turistici vincenti sono quelli che ‘fanno rete’, che vendono più la località del singolo brand. Basta vedere Ibiza, Formentera, Mykonos”.
E invece a Milano Marittima gli imprenditori “ballano da soli”…
“Proprio così e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La località, che prima attirava una clientela esclusiva, oggi ha perso tanto sul piano dell’immagine e le locomotive che prima trainavano l’intera offerta turistica oggi faticano e, da sole, non bastano più”.
Molti imprenditori lamentano l’eccessiva concorrenza della spiaggia dove oggi si pranza, si cena, si fa l’aperitivo e anche la festa dell’after-dinner. E’ d’accordo?
“Solo in parte. Io credo che la spiaggia, che pure in questi anni è cresciuta tantissimo sul piano dei servizi, non debba mai snaturare la propria identità. La spiaggia è la spiaggia, ovvero una ‘situazione’ da vivere sempre in costume e in infradito. Io penso che ci sia spazio per tutti e la concorrenza non sia mai un problema. La storia di Milano Marittima insegna che, quando si lavora con qualità, il pubblico ti premia sempre. Il problema è che la qualità, negli ultimi tempi, è un po’ venuta meno e questo per chi, come me, ama questa località è un vero dispiacere”.
Come vanno invece le cose sulla spiaggia di Cervia e, in particolare, ai Figli del Sole?
“Stiamo lavorando con grande impegno per alzare il livello dei nostri servizi e attirare la cosiddetta ‘bella gente’, ovvero un pubblico selezionato che, anche in spiaggia, pretende sempre il meglio. Santoni, a cui mi lega una solida amicizia, è un imprenditore illuminato che ha investito tanto in questi anni e che, soprattutto, non si stanca mai di ricercare collaborazioni e sinergie con le strutture vicine. Cervia, in questo senso, è cresciuta tantissimo diventando un polo del divertimento ormai gettonassimo. Qui, a differenza che altrove, si è puntato più sulla sostanza che sull’immagine e, a conti fatti, è stata una scelta vincente”.