“Ultimamente il Tribunale di Ravenna non perde occasione di stupirci, dopo il proscioglimento di attivisti neofascisti colti mentre si esibivano in saluti romani, ecco ora che il Tribunale archivia l’esposto dell’Associazione Italia Nostra sull’uso di macerie nella costruzione di stradelli del Parco Marittimo tra Punta Marina e Marina di Ravenna.

È questo uno dei progetti di punta dell’amministrazione comunale di Ravenna, che prevede la costruzione di diversi chilometri di stradelli retrodunali per valorizzare dal punto di vista ambientale la costiera ravennate. È poi emerso che l’impresa costruttrice ha impiegato nel sottofondo di detti stradelli, non pietrisco misto stabilizzato, come normale, ma rifiuti di vario genere. Non è dato sapere l’origine di detti rifiuti. Materiali di risulta di cantieri? Scarti industriali? Ora, ovviamente è tutto coperto e ci dobbiamo accontentare dalle assicurazioni di Comune e Magistratura secondo le quali tutto va bene.

Come Resistenza Popolare di Ravenna riteniamo questo modo di comportarsi deleterio per la credibilità delle istituzioni democratiche, Il cittadino che non si occupa di politica non è detto che conosca la distinzione tra potere esecutivo, potere legislativo e potere giudiziario. Quando ha la percezione che quello che pensa non sia considerato degno di rispetto dal potente di turno, e crediamo questo sia uno di questi casi, è molto probabile che quando qualcun altro chiederà il suo voto egli decida di andare al mare.

Poi dopo ogni elezioni tutti gli intellettuali di regime si sperticano in paludate considerazioni sul perché un numero sempre minore di cittadini si rechi alle urne. Forse per loro sarebbe utile indagare su qualche caso come questo.

Resistenza Popolare sostiene da sempre che il disertare le urne sia il favore più grande che si possa fare alle classi dominanti. Crediamo che la classe politica che ci governa, dal livello nazionale, sempre accondiscendente agli ordini di Nato e Comunità Europea, fino al livello comunale, attenta a non urtare imprenditori locali, abbia fatto il suo tempo.

Resistenza Popolare crede che solo la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari possa costruire le condizioni per un cambio di regime in Italia, e per questo sta lavorando.”

Resistenza Popolare, Ravenna