Grande interesse e partecipazione questa mattina all’iniziativa promossa da Coldiretti Ravenna nel cuore di Casola Valsenio per richiedere “un vero processo partecipativo, trasparente e condiviso, a sostegno dell’iter di candidatura a riserva Unesco del Parco della Vena del Gesso Romagnola”.
La raccolta firme avviata da Coldiretti, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare cittadini e istituzioni in merito alle criticità che sinora hanno accompagnato il percorso di candidatura, ha riscosso grande apprezzamento ottenendo circa 300 adesioni in poche ore.
“L’interesse riscosso dalla nostra iniziativa – commenta Pier Costante Montanari, Segretario Coldiretti dell’Area Faentina – rappresenta la chiara risposta all’esigenza di condividere con il territorio e le imprese quei progetti che riguardano direttamente la comunità locale e le persone che quel territorio, negli anni, hanno contribuito a tutelare e valorizzare”.
“La nostra azione – spiega poi Nicola Grementieri, Responsabile Coldiretti per l’Alta collina Faentina presente in piazza insieme a Roberto Bassi, Presidente Coldiretti per l’area di Faenza – è propositiva e volta al massimo coinvolgimento perché riteniamo che un passaggio storico tanto importante per il Parco della Vena del Gesso, ossia la costituzione della riserva Unesco, elemento di sicura promozione, salvaguardia e crescita del territorio, nonché la stesura del Piano territoriale, debba essere un processo quanto più possibile condiviso e partecipato e quindi non calato dall’alto”.
Il territorio all’interno del Parco della Vena del Gesso, come già evidenziato da Coldiretti Ravenna in una lettera inviata agli enti pubblici che hanno seguito l’iter istituzionale di candidatura poi culminato in un dossier ufficiale mai condiviso, né tantomeno consegnato, sia alle Associazioni che ai proprietari ed agricoltori, è stato nei tempi conservato e gestito dai privati e dagli agricoltori che lo hanno tutelato, ne hanno prevenuto ed impedito il dissesto, rendendolo migliore rispetto al passato.
Secondo Coldiretti, dunque, le lacune legate alla divulgazione delle informazioni, ma soprattutto il mancato coinvolgimento dei soggetti direttamente interessati, è una criticità cui va posto rimedio rendendo, sulla base anche dei dettati della stessa Unesco, il percorso di candidatura finalmente “aperto, trasparente e condiviso”.