“Una settimana fà in occasione del 1° Maggio avevamo parlato all’interno del nostro comunicato, come abbiamo fatto spesso, della “guerra quotidiana” contro le lavoratrici e i lavoratori rappresentata da infortuni e omicidi sul lavoro che quotidianamente, e ripetiamo quotidianamente, avvengono al porto, in edilizia, in agricoltura, nella logistica, insomma in tutte le attività produttive.
E come esempio più eclatante, per quanto riguarda la nostra città, abbiamo citato Marcegaglia. Vogliamo ricordare a tutti* per l’ennesima volta la caduta di pinze pesanti alcune tonnellate (4 in un anno) e la morte l’8 aprile 2014 di Lorenzo Petronici e il 15 luglio del 2021 di Bujar Hysa entrambi schiacciati da un coil.
Finalmente la pressione degli operai ha costretto anche i sindacati confederali attraverso le Rsu-Rls a indire lo sciopero del 2 maggio con impianti fermi mediamente per 1 ora nei reparti decappaggio e zincatura 1 e 2 con l’adesione anche nei 4 stabilimenti del gruppo (8 ore a Ravenna e 2 ore negli altri siti di Forlì e Bergamo).
Allo sciopero ha aderito anche la Rsu Usb, che già il 15 aprile aveva denunciato come “Nello stabilimento della Marcegaglia di Ravenna ancora una volta si sia sfiorata la tragedia, quando una enorme pinza trasporto coils (bobine di acciaio) è caduta rovinosamente al suolo. Nonostante la gravità del fatto non è stata data nessuna comunicazione tempestiva ai rappresentanti sindacali per la sicurezza e la produzione è andata avanti come nulla fosse accaduto”
Lunedì 9 maggio anche lo Slai Cobas è intervenuto con le sue proposte e analisi :
“Serve l’unità degli operai che si organizzino a difesa della salute e sicurezza in fabbrica indipendentemente dalle tessere sindacali, servono lotte, servono nuovi rappresentanti della sicurezza (Rls), serve una postazione sanitaria e ispettiva fissa a cui gli operai possono fare affidamento in caso di rischio-sicurezza.
Dai processi i padroni ne escono impuniti: è successo già con quello di Petronici e non dobbiamo permettere che lo stesso accada per Bujar Hysa. Dobbiamo fare di questo processo una scadenza di lotta per la verità e giustizia e per rilanciare denunce e mobilitazione. Il comitato promotore dello Slai cobas per il sindacato di classe fa appello a costruire assieme questo percorso di lotta”.
Queste sono le sollecitazioni che arrivano dai lavoratori e dai sindacati. E la politica?
Un silenzio assordante, a parte le solite parole di circostanza ogni qualvolta si verifica un incidente o un omicidio sul lavoro nel nostro territorio e in Consiglio Comunale si sono sentite solo alcune voci flebili e solitarie come quelle provenienti dai 5 Stelle.
Nella società politica ravennate abbiamo solo Ravenna in Comune che è intervenuta spesso e puntualmente sul tema e alcuni gruppi come “Red Militant”( con cui abbiamo condiviso più di un presidio).
E poi ovviamente noi, come Potere al Popolo Ravenna , e chi ci segue lo sa bene, che da sempre interveniamo, denunciamo e agiamo. Lo abbiamo fatto prima e durante tutta la campagna elettorale per le Comunali e abbiamo continuato a farlo attraverso presidi e comunicati. Da sempre infatti affermiamo come non si possa accettare questa situazione fatta di lavoratrici e lavoratori sacrificati sull’altare del massimo profitto che non tornano a casa alla sera dopo il lavoro.
Ora riteniamo sia arrivato il momento di creare un movimento costante di lotta e intervento sul tema della sicurezza e degli omicidi sul lavoro che veda insieme e uniti i lavoratori, i cittadini, i giovani, gli studenti, i sindacati, gruppi, collettivi e le forze politiche disponibili.
Lanciamo perciò un appello per cominciare a costruire al più presto questo percorso, noi come Potere al Popolo siamo pronti.”
ASSEMBLEA territoriale di Potere al Popolo di Ravenna