Il pianeta cultura Emilia-Romagna è abitato da 32.000 unità locali che occupano 80.000 persone e producono il 5,4% del valore aggiunto per un totale di 7 miliardi e 134milioni di euro (e si stima verranno superati i 7,5 entro il 2020) perché è un settore in crescita. (dati ERVET)
E a Ravenna? Sempre secondo la ricerca di ERVET abbiamo l’8% delle 32000 unità locali e l’8,9% degli 80.000 occupati.
E nel Sistema CNA? Ad oggi, risultano iscritte oltre 400 imprese.
Questi i dati importanti e significativi forniti da Marianna Panebarco, componente la Presidenza CNA di Ravenna e vicepresidente nazionale della Confederazione, durante il convegno promosso da CNA Ravenna e Fondazione Flaminia che si è svolto lunedì scorso presso il Salone dei Mosaici in Piazza Kennedy, aperto dai saluti dei due presidenti, Pierpaolo Burioli e Lanfranco Gualtieri.
Importanti gli interventi di Luigi Canetti, direttore del Dipartimento Beni Culturali dell’Università di Bologna, Flaviano Celaschi, presidente del CLUST-ER Industria Culturale e Creativa e di Antonio Penso, direttore di Fondazione Flaminia e Tecnopolo Ravenna. Tutti concordi nel considerare l’industria culturale creativa una componente indispensabile per mantenere equilibrio fra i vari settori dell’economia e dell’intera società dove deve esistere un dialogo continuo fra imprese, istituzioni e università. “Il senso del cluster – ha infatti affermato il prof. Celaschi – è la negazione dell”io”.
“Fondamentale – ha ribadito Antonio Penso – è la formazione perché è importante imparare a diventare imprenditori”.
Molto interessanti e innovative le testimonianze degli imprenditori impegnati a vario modo nel settore dell’industria culturale creativa: Matteo Fabbri di TryeCo 2.0; Camilla Perondi di Memooria srl; Andrea Bernabini di N.E.O. Visual Project; Davide Basile di Classedil srl e Lara Bissi di Officina MEME.
L’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, Elsa Signorino ha ben evidenziato come la cultura sia sempre e comunque uno strumento fondamentale di coesione sociale e di sviluppo. “Dove c’è cultura, immaginazione e creatività – ha detto – c’è sempre una comunità che produce meglio”. Nelle conclusioni, il direttore della CNA, Massimo Mazzavillani ha ribadito l’importanza del cluster come luogo ideale dove viene facilitato l’incontro tra tutte le realtà coinvolte: imprese, centri di ricerca, università e ha precisato il ruolo primario della CNA nell’accompagnare le imprese affinché riescano a cogliere tutte le opportunità di sviluppo offerte anche dal settore cultura.