“Le recenti notizie a mezzo stampa sulla delibera dell’Ausl di Bologna che aumenta ulteriormente la retribuzione oraria per i medici convenzionati nei CAU per la copertura di alcuni turni festivi e le polemiche che ne sono seguite, necessitano – evidenzia il Segretario Regionale UIL FPL Paolo Palmarini, attente riflessioni.
Di fronte alla grave criticità e carenza di personale, in particolare della rete dell’emergenza-urgenza, si è tentato di dare una parziale risposta con la creazione dei CAU per la gestione della patologia urgente a bassa complessità (i cosiddetti codici bianchi e verdi) per un miglior impiego e valorizzazione dei medici della continuità assistenziale (guardia medica) ma nei fatti la guardia medica è rimasta e in molti casi i Pronto Soccorso e la rete ospedaliera non stanno beneficiando dell’auspicato sensibile decongestionamento – osserva Palmarini.
Se un’Azienda decide, attraverso accordi sindacali, di erogare un “premio” per il lavoro festivo ai suoi lavoratori è libero di farlo ma quando parliamo di Aziende sanitarie pubbliche, pur in un contesto applicativo di diverse forme contrattuali, appare davvero discriminante che personale convenzionato che lavora nei CAU sia meritevole di un premio mentre medici ed infermieri che lavorano nei PS e negli Ospedali, con ben altre complessità, no.
E’ comprensibile che le Aziende Sanitarie di questa Regione abbiano fatto molti sforzi per garantire la sostenibilità della rete emergenza urgenza ma è molto meno comprensibile – afferma Palmarini – che ogni Azienda si muova singolarmente nel determinare aspetti contrattuali nei confronti di professionisti medici, compresi i medici in formazione, mediante tipologie di contratti libero-professionali con tariffe molto differenti tra di loro (da 40 a 80€/h circa), che inevitabilmente innescano una discutibile e poco lungimirante concorrenza tra Aziende della stessa Regione.
E se queste sono le premesse ci chiediamo come si pensa poi di gestire e con quale personale le prossime Case di Comunità che dovrebbero potenziare la medicina territoriale.
In un momento di contrazione delle risorse economiche e cronica carenza di medici, soprattutto nell’assistenza ospedaliera, appare evidente – dichiara Palmarini, come sia inderogabile e non più procrastinabile per una migliore e più equa qualificazione della spesa pubblica, una vera riforma della medicina territoriale, e in particolare della figura del medico di medicina generale (MMG) e degli specialisti ambulatoriali, con il superamento delle anacronistiche “convenzioni” e il passaggio a forme contrattuali che evitino duplicazioni (come in parte succede con i CAU) e garantiscano maggiore integrazione con la rete dei servizi pubblici.
Perseverando con queste disparità il SSN, equo e universalistico, non potrà sopravvivere a lungo perché le tante persone con cronicità, anziani e fragili, che non trovano le risposte nella rete territoriale alla fine continueranno a rivolgersi ai PS e agli ospedali, che giorno dopo giorno, già in carenza di organico, perdono professionisti in favore di situazioni lavorative più favorevoli e meglio retribuite.
L’auspicio è quindi che la nuova Presidenza della Regione ponga molta attenzione a queste dinamiche decisionali e contrattuali, e si adoperi per omogenizzare al massimo il comportamento delle Aziende Sanitarie perché da Piacenza a Rimini i professionisti sanitari abbiano condizioni lavorative eque e omogenee e i cittadini pari opportunità- conclude Palmarini.”