“Un’inflazione che viaggia verso il 10% significa che lo stipendio di un operaio o di un insegnante a fine anno sarà tagliato di oltre 100 euro al mese.
In un paese dove da anni gli aumenti salariali sono un miraggio, questo vuol dire mettere in seria difficoltà milioni di lavoratrici e di lavoratori.
Confindustria ha già chiarito di non essere minimamente interessata a contrattare un serio adeguamento dei salari al costo della vita e i cosiddetti aiuti del Governo hanno raggiunto pochi e con cifre ridicole, rispetto all’aumento di tutti i beni di prima necessità.
Per questo noi riteniamo che oggi sia assolutamente indispensabile ripristinare la scala mobile, cioè una forma di adeguamento automatico dei salari rispetto all’inflazione.
Si tratta di un provvedimento eccezionale, ma necessario per impedire un impoverimento di massa del paese, che è già in corso e rischia di compromettere la tenuta sociale ed economica, portando a un crollo dei consumi.
Sarà il primo provvedimento per cui ci batteremo nel prossimo Parlamento.”