Il voto per stabilire il nuovo sindaco di Faenza è stato rimandato ad autunno. Dopo settimane di silenzi, dovuti anche all’emergenza sanitaria, in questi giorni il mondo politico è tornato ad agitarsi attorno ai nomi dei possibili candidati. Un nome di un possibile candidato per una coalizione di centrosinistra è da tempo quello di Alberto Morini, oggi tornato protagonista sulla stampa locale
“L’impoverimento della città, la mancanza di visione dei suoi amministratori, l’immobilità nelle scelte sono solo alcune delle problematiche che affliggono Faenza e i faentini.
Apprezziamo i toni di Alberto Morini e condividiamo le sue idee di sospendere i tributi e di cercare soluzioni per immettere nel territorio liquidità ed energie alle aziende. Crediamo fermamente che, dopo questa pandemia, la grave crisi sociale ed economia sarà ancora più dura e difficile da superare, ma non possiamo pensare che chi ha guidato fino ad oggi Faenza possa meritarsi elogi e citazioni”.
Padovani non risparmia quindi critiche all’attuale sindaco Giovanni Malpezzi, rieletto a discapito proprio di Padovani nella passata tornata elettorale faentina: “Morini sarebbe il primo a sostenere di un terzo mandato a Malpezzi? Come si fa ad elogiare un sindaco che ha fatto del risanamento del bilancio la sua missione? Un sindaco che non ha portato investimenti a Faenza, che non creato nulla. Malpezzi non ha fatto altro che tentare di mettere una toppa ai debiti creati dai suoi predecessori, tutti membri del suo partito, che fino ad oggi hanno fatto il buono e il cattivo tempo a Faenza.”
“Per fortuna Malpezzi terminerà il suo mandato nel 2020 e non sarà più candidabile come Sindaco – conclude Gabriele Padovani – Chi ha governato la città finora è stato succube, come fra l’altro Morini fa intuire, di filiere ed ha tutelato gli interessi delle stesse. Non si può pensare che il futuro della città sia ancora in mano a questo PD che non ha mai avuto coraggio delle proprie scelte (e l’esempio nazionale lo lasciamo al prossimo comunicato)
Il coraggio, caro Alberto, te lo diciamo come gruppo e con il cuore, è nel DNA della Lega e non nella sinistra e nelle sue contraddizioni”.