Lo stato idrologico del bacino del fiume Po migliora solo lievemente e anche le piogge che stanno cadendo da alcune ore ininterrottamente con media intensità sulla quasi totalità del comprensorio distrettuale non sembrano destinate a scacciare definitivamente le preoccupazioni di istituzioni e portatori di interesse riunitisi oggi al tavolo dell’Osservatorio Permanente sulle crisi idriche convocato appositamente dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE. Le precipitazioni annunciate infatti stanno contribuendo ad un minimo innalzamento delle quote delle portate registrate ma il risultato è che le singole stazioni di monitoraggio restano ancorate a livelli di siccità estrema o grave mostrandone un carattere ancora ampiamente diffuso sul territorio del Nord del paese.

I rilevamenti effettuati ieri lungo il Grande Fiume ci consegnano un quadro assai poco rassicurante che conferma la difficoltà a colmare il deficit idrico che si è pesantemente accumulato in 110 giorni di assenza di piogge con il conseguente impoverimento della falda acquifera sotterranea. A questo quadro di indicatori oggi si somma naturalmente l’avvio, seppur posticipato di quindici giorni (come richiesto nella seduta del precedente Osservatorio), delle semine colturali e l’incremento progressivo delle temperature destinato ad attestarsi e mantenersi su livelli medio alti a partire già dalla prossima settimana.

“Quel che maggiormente ci allarma – ha evidenziato il Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE, Meuccio Berselli, in apertura di incontro – non sono esclusivamente le quote delle portate registrate sotto la media, ma la carenza di scorte accumulate sulle catene montuose e nei grandi laghi. Per queste ragioni ci troviamo con indicatori idro-meteo-climatici caratteristici più della stagione estiva che di quella primaverile ed in questo scenario agricoltura e habitat potranno anche andare incontro a periodi caratterizzati dalla mancanza di acqua nei prossimi mesi.

Il dirigente tecnico responsabile di ADBPo, ingegner Andrea Colombo, ha illustrato le rilevanti implementazioni con cui sarà arricchito il bollettino dell’Osservatorio e l’attivazione funzionale dei tavoli tecnici territoriali che fanno emergere periodicamente i raffronti dei principali indicatori con i periodi precedenti e quelli di previsione, molto utili per modulare in modo sempre più preciso, capillare e rappresentativo le decisioni e i provvedimenti più adeguati sul grado di severità.

PORTATE: nei giorni scorsi le piogge avevano portano una inversione di tendenza con un aumento dei livelli delle portate di Po che ad oggi, però, sono nuovamente in fase di pressoché totale esaurimento. A Pontelagoscuro si registra una portata di 551m3/s, le stesse condizioni che avevamo ad inizio mese ed in rapida diminuzione. La sezione più in crisi continua ad esser quella di Piacenza, con una portata di 241m3/s e un deficit sul mese di -79%. Quindi, nonostante gli ultimi eventi precipitativi, il deficit di portata rimane estremo in tutte le sezioni di misura. Analoga situazione anche negli affluenti, che grazie alle piogge hanno visto un rapido aumento delle portate, salvo poi tornare ai livelli precedenti, prossimi ai minimi del periodo. L’andamento delle portate osservate nel trimestre febbraio-marzo-aprile 2022 è risultato complessivamente confrontabile con l’andamento estivo medio del periodo giugno-luglio-agosto.

PRECIPITAZIONI: Aprile è stato il primo mese dell’anno 2022 con precipitazioni confrontabili alle medie di lungo periodo; le piogge significative (>5mm) dell’ultima decade del mese sono cadute su tutto il distretto anche se con intensità differente e modalità intermittente: è piovuto maggiormente sui rilievi con accumuli superiori ai 60mm, meno invece nelle zone centrali della pianura e della gran parte del comprensorio piemontese. L’anomalia attuale è dunque sempre negativa, con circa -15 mm in meno rispetto le medie stimate. Persiste quindi una situazione di sostanziale crisi, anche se minore, rispetto alle settimane precedenti. Permangono ancora deficit precipitativi significativi nelle zone collinari centrali del Piemonte, Piacentino-Parmense e Ferrarese. Nei prossimi giorni sono previste piogge e temporali sparsi su Valle d’Aosta e Piemonte, ma non nella zona meridionale; molte nubi sul resto del Nord Italia con rovesci – per lo più a carattere temporalesco – sparsi sul settore Alpino/Prealpino, Appenninico e sulla pianura emiliano romagnola.

TEMPERATURE: Il mese di Aprile ha visto alternanza tra lunghe fasi anticicloniche caratterizzate da temperature sopra la media ad improvvise irruzioni di aria fredda in grado di scatenare eventi piovosi rapidi con conseguente abbassamento delle condizioni termiche, ma nel complesso sono risultate comunque in linea con le medie del periodo. Le previsioni parlano però di innalzamento e quindi di livelli più alti di traspirazione dei suoli. 

NEVE: le temperature a tratti sotto lo zero hanno favorito la ricomparsa del manto nevoso, con episodi che hanno riportato la neve anche a ridosso dei 1500 m con radi accumuli e oltre i 40 cm a quote più alte. Per effetto di queste nevicate, il quantitativo di SWE, che da inizio anno ha sempre segnato record negativi e tornato prossimo ai minimi di periodopermane comunque un deficit molto pesante pari al 70% circa destinato a pesare sugli approvvigionamenti dei prossimi mesi.

GRANDI LAGHI: tutti i laghi hanno beneficiato delle precipitazioni cadute e hanno visto sensibilmente aumentato il volume invasato. Il lago Maggiore ha recuperato circa 30 cm di quota, con un riempimento ritornato ai valori di inizio mese del 35%, con un livello +16,5cm all’idrometro di Sesto Calende, analoga situazione nel lago di Como (+1 cm) grazie alle deroghe concesse dalla Regione Lombardia con una riserva d’acqua disponibile prossima al 24% ed il Lago Iseo +27 cm. Stazionario il lago di Garda con un riempimento del 70%. 

CUNEO SALINO: L’avanzamento del cuneo salino diminuisce grazie alle recenti piogge ma rimane pur sempre alto nella misura dei 10km di intrusione delle acque salmastre provenienti dalla Costa Adriatica. Si segnalano anche alcune difficoltà per i prelievi in situazioni di alta marea nel Delta del fiume Po e quindi è continuo il monitoraggio anche per il comparto idro potabile del Ferrarese.