Leggiamo oggi sulla stampa che alcune riorganizzazioni avviate o in via di attuazione dall’Ausl Romagna, andrebbero nella direzione di procedere ad un depotenziamento delle funzioni dell’ospedale di Faenza. Si fa riferimento in particolare alla “chiusura” dell’Utic ( Unità di Terapia Intensiva Coronarica) e alla Medicina Nucleare.
Prima di addentrarsi nelle singole situazioni richiamate, crediamo sia importante richiamare alcuni aspetti, che da soli, possono dare chiaramente il senso di andare esattamente nella direzione opposta. E cioè dare pieno valore e dignità a tutte le funzioni che caratterizzano un ospedale distrettuale, quale appunto quello di Faenza.
Dall’insediamento di questa Direzione Generale, sono stati nominati 6 direttori di struttura complessa ( primari), prima vacanti e in parte non previsti su altrettante discipline ( Radiologia, Pronto Soccorso-Medicina d’Urgenza, Geriatria, Anestesia-Rianimazione ,Ortopedia e Chirurgia Generale), strategiche e funzionali per garantire alla popolazione ivi residente , tutte le cure in prossimità.
Basterebbe questo per far comprendere ancora una volta, come si stia procedendo in tutt’altra direzione dal paventato depotenziamento.
Analoga considerazione vale per gli interventi strutturali in corso, vedi Pronto Soccorso e già realizzati sulla Medicina D’Urgenza.
Relativamente alla “ soppressione” della Utic. La riorganizzazione, avviata sulla funzione delle Utic, all’interno di tutti gli ospedali distrettuali di Ausl Romagna, non sopprime il trattamento dei pazienti che richiedono supporto alle funzioni vitali, come appunto nel caso di pazienti colpiti da infarto, ma prevede un setting ad alta intensità di cure che aggreghi tutti i pazienti che necessitano del costante monitoraggio dei parametri vitali, seguiti dai professionisti specialisti per le patologie di riferimento. Ciò consente minore frammentazione, un migliore utilizzo dei posti letto legati ai bisogni e necessità di cure e di concentrare meglio anche le risorse professionali sulla presa in carico dei pazienti con problemi non acuti, con scompenso cardiaco , che richiedono di essere seguiti periodicamente. A questo proposito, si fa presente, che la Regione ha già autorizzato per i tre ospedali territoriali di Lugo, Riccione e Faenza, l’accquisizione di tre nuovi direttori di Cardiologia, prima soppressi.
Sulla Medicina Nucleare. L’UO Medicina Nucleare della Romagna offre prestazioni sia di diagnostica (Faenza, Forlì, Cesena) che di terapia in regime di degenza protetta (Cesena), a richiesta per lo più specialistica, che utilizzano sostanze radioattive e che pertanto richiedono il rispetto di una precisa legislazione in tema di radioprotezione.
L’organizzazione dell’attività delle UU.OO. di Medicina Nucleare presenti sul territorio presenta una differenziazione già consolidata, che tiene conto sia di una diversa distribuzione delle tecnologie sia di vocazioni diverse. le prestazioni di medicina nucleare tradizionale, che utilizzano quale tecnologia la gamma camera, vengono eseguite attualmente sia a Faenza, che a Forlì che a Cesena, mentre le scintigrafie con leucociti marcati, utilizzate nella diagnosi delle infezioni, vengono erogate esclusivamente nella Medicina Nucleare di Faenza.
Per quello che invece riguarda le prestazioni PET/TC, attualmente sono implementati 2 tomografi, ubicati a Cesena e Forlì, che, insieme con il tomografo installato presso l’IRST di Meldola, svolgono attività di diagnostica, tale da soddisfare il fabbisogno della Romagna, con una suddivisione che tiene in conto il principio di prossimità.
Per quanto attiene invece alla terapia in regime di degenza protetta, i ricoveri rivolti a pazienti con carcinoma della tiroide vengono eseguiti esclusivamente a Cesena, che possiede una dotazione strutturale ed un “know how” culturale e professionale tali da permetterle non solo di rispondere al fabbisogno della Romagna ma di essere un punto di riferimento nazionale per la terapia di questo tipo di patologia fornendo prestazioni anche a numerosi pazienti extra-Romagna.
La ricognizione della dotazione tecnologica attualmente presente evidenzia come le strumentazioni a disposizione risultino datate.
In relazione all’elevato costo sia delle strumentazioni utilizzate in medicina nucleare che dei materiali di consumo, appare quindi opportuno provvedere ad un piano volto all’ottimizzazione dell’utilizzo delle tecnologie, che tenga conto dei volumi erogati, allo scopo evitare sprechi e ridondanze.
Nello specifico della sostituzione delle gamma camere appare necessario inoltre valutare le condizioni strutturali ed impiantistiche dei locali dove installare questi strumenti, che, rispetto al passato, presentano volumi e soprattutto pesi estremamente aumentati.
Per tale motivo appare l’installazione di una nuova gamma camera nei locali della sede di Faenza, situata nella parte storica dell’ospedale e non dotata delle necessarie strutture, appare possibile solo a fronte di importanti lavori di ristrutturazione estremamente onerosi.
Tali investimenti Aziendali garantiranno al Presidio Ospedaliero di Faenza un rendimento decisamente maggiore se indirizzati a sviluppare, riqualificare, ampliare, aree ospedaliere che normalmente assistono fasce di popolazione molto più ampie e con bisogni più frequenti e complessi in regime di degenza ordinaria, come è il caso ad esempio della Medicina e Geriatria.
La situazione risulta maggiormente favorevole sia nella sede di Cesena che in quella di Forlì dove le nuove tecnologie potrebbero essere installate senza necessità di modifiche o ristrutturazioni.
- Prossimità per il paziente
Nel corso del 2021 la sede di Faenza ha eseguito 4254 esami così ripartiti
- 416 scintigrafie con leucociti marcati (* il numero risulta sovrastimato rispetto al reale per una diversa modalità di rendicontazione utilizzata nel primo semestre)
- 1042 ecografie tiroidee
- 3736 esami scintigrafici
La produttività è stata rivolta per lo più a pazienti esterni (83%) con un 14% di prestazioni rivolte a pazienti degenti in nosocomi dell’AUSL Romagna e 3% per pazienti degenti in ospedali extra AUSL .
In relazione alla provenienza delle prestazioni rivolte ai pazienti degenti all’interno degli ospedali dell’AUSL Romagna risulta che nel 45% dei casi, i pazienti fossero ricoverati presso il PO di Ravenna. A tal proposito, appare utile evidenziare come la città di Ravenna sia baricentrica sia rispetto a Faenza, che Forlì e Cesena, e pertanto l’eventuale trasferimento delle prestazioni non graverebbe sui pazienti provenienti da questo nosocomio.
Inoltre, dall’analisi delle prestazioni emerge il 25% delle prestazioni erogate presso la sede di Faenza dell’UO Medicina Nucleare sia rappresentato dalle ecografie tiroidee, per lo più rivolte a cittadini di Faenza e zone limitrofe.
A tal proposito è intenzione dell’Azienda mantenere questa attività che non necessita di particolari adempimenti strutturali o normativi, garantendo in questo modo un servizio di prossimità.