“Bene che il Comune di Ravenna abbia finalmente chiarito a tutti i cittadini, sconcertati dal passaggio di mano tra immobiliari private dell’Ortazzo, il contenuto del Certificato di Destinazione Urbanistica redatto nel 2022 dal Comune stesso e allegato alla compravendita, dove si legge “Spazio urbano, città consolidata o in via di consolidamento, prevalentemente residenziale” e si parla di opere di urbanizzazione primaria a carico del privato. La domanda posta con forza da Italia Nostra (perché di domanda, come riportato dalle testate che hanno pubblicato, si trattava, e non certo di affermazione), ha ricevuto un primo chiarimento circa l’inedificabilità, e sarebbe stata certamente evitata se nel CDU fossero state indicate dal Comune di Ravenna con precisione le particelle catastali e la loro destinazione d’uso, cosa che invece non fu fatta. In un ambito del genere la chiarezza doveva essere d’obbligo, ma tant’è.
Non chiarisce però, affatto, il Comune, il punto fondamentale: perché sul contratto di compravendita corredato dalla CDU comunale si parla di “Terreni edificabili” venduti per 51 mila euro? Va ricordato che, così come sulla CDU, nemmeno sul contratto sono indicate le particelle.
Riportiamo testualmente dal contratto di compravendita, trattandosi di atto pubblico: “per la parte dei Terreni avente destinazione edificabile: Euro 51.654,20 (cinquantunomilaseicentocinquantaquattro virgola venti), oltre I.V.A. al 22%, pari ad Euro 11.363,92 (undicimilatrecentosessantatré virgola novantadue)”, e ancora: “quanto alla parte dei Terreni avente destinazione edificabile, è soggetto all’imposta sul valore aggiunto, a norma dell’art. 2 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, ss.mm.ii., con l’aliquota del 22%, trattandosi di cessione di terreno suscettibile di utilizzazione edificatoria”.
Dunque, il contratto tra la Immobiliare Lido di Classe s.r.l. e la CPI Real Estate Italy S.p.A. contiene parti non veritiere? Oppure, i terreni fabbricabili sono in ridottissima quantità? Bene, gli Enti ed il Comune di Ravenna, visto l’interesse pubblico che caratterizza l’area, lasciata sfuggire, lo ricordiamo nuovamente, in mano privata nel più assoluto silenzio, chiariscano bene anche questo punto, scrivano con precisione quali sono i terreni che la CPI Real Estate considera edificabili e, se nulla è davvero edificabile come sostiene il Comune oggi rispondendo ai doverosi quesiti di Italia Nostra (con piccata sfrontatezza invece definiti “bugie”), si faccia tutto quanto di competenza per chiedere annullamento, rettifica o puntualizzazione dell’atto di compravendita. Non vale la scusante che si tratta di scritture tra privati in cui un ente pubblico non può mettere becco se non in fase autorizzatoria: non è tollerabile che in Conservatoria, su un terreno che per valenza pubblica sarebbe stato da riconsegnare a tutti i cittadini, un colosso immobiliare internazionale avente come unico scopo la cementificazione, possa parlare ancora, dopo 50 anni dalla scampata devastazione, di “terreni edificabili” nell’Ortazzo. Vogliamo sapere con certezza quali sono, e che, soprattutto, ne prenda nota annullando o rettificando l’atto, anche la CPI Real Estate Italy. La battaglia di Italia Nostra sezione di Ravenna per fare chiarezza e riconsegnare ai cittadini un patrimonio ambientale inestimabile al momento perduto nonostante le promesse di acquisto pubblico, continua”.
Italia Nostra sezione di Ravenna