La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno dato esecuzione al decreto del Tribunale di Bologna di applicazione della sorveglianza speciale ed alla confisca della Ditta Individuale operante nel settore del “recupero di rottami ferrosi” e degli autoveicoli di proprietà o nella disponibilità del cittadino bosniaco J.H., 52enne da tempo emigrato in Italia e residente a Faenza (RA), nonché del relativo nucleo familiare convivente.
Si è trattato di una lunga e complessa attività d’indagine che ha posto sotto la lente d’ingrandimento 8 soggetti, oltre a J.H., facenti parte del nucleo familiare convivente dello stesso, e che ha permesso sia di ricostruire il profilo criminale di J.H. che nel corso degli anni ha assunto numerosi e diversi alias, sia per delineare il complesso dei beni di sua proprietà o nella sua disponibilità che nel corso del tempo erano stati acquistati e ceduti con grande frequenza.
A tal scopo è stata indispensabile la profonda sinergia tra la Divisione Anticrimine della Questura, il Commissariato di P.S. di Faenza e la Compagnia della Guardia di Finanza di Faenza che ha consentito, in data 5.6.2018, al Questore della provincia di Ravenna di presentare al Tribunale di Bologna la proposta di sottoposizione di J.H. alla Misura di Prevenzione personale della sorveglianza speciale ai sensi dell’art. 4 co. I lett. c) d.lvo 159/2011 (Codice Antimafia), nonché di quella patrimoniale della confisca, previo sequestro, ai sensi dell’art. 22 d.lvo 159/2011 di una serie di beni e disponibilità finanziarie (autoveicoli, libretti di deposito, conti correnti, impresa individuale), di proprietà o nella disponibilità di J.H. e del suo nucleo familiare convivente.
Lo scorso mese di giugno, in ottemperanza al provvedimento emesso in via d’urgenza l’08.06.2018 dal Tribunale di Bologna, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, assistiti dall’Amministratore Giudiziario nominato dall’Autorità G., hanno eseguito il sequestro di numerosi veicoli in parte appartenenti a J.H. ed in parte ai suoi familiari, nonché di libretti di deposito, conti correnti e di una impresa individuale; il sequestro è stato poi convalidato il 2 luglio successivo.
Il 19.07.2018 il Tribunale di Bologna ha applicato la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per due anni a Faenza e numerose prescrizioni a cui J.H. si dovrà attenere (ad esempio non rincasare la sera più tardi delle ore 21 e non uscire la mattina prima delle ore 7.30 senza comprovata necessità e, comunque, senza averne data tempestiva notizia all’autorità locale di pubblica sicurezza, presentarsi alla stessa Autorità tre volte alla settimana, ecc.), confermando la sua “pericolosità sociale”, già riscontrata nel corso degli accertamenti svolti, durante i quali era risultato essere dedito a traffici delittuosi ed alla commissione di reati connotati da fine di lucro. Lo stesso ha, tra l’altro, riportato varie condanne penali principalmente per furto e ricettazione ed ha tuttora in corso altre pendenze penali per furti in danno di aziende, reati in materia di falso e gestione non autorizzata di rifiuti.
Nello stesso decreto del 19.07.2018 il citato Tribunale, in base ai dettagliati accertamenti patrimoniali svolti su J.H. unitamente al nucleo familiare convivente, ha concluso che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che il medesimo abbia vissuto abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.
Le indagini patrimoniali, che abbracciano un periodo che va dal 2001 al 2015, avevano, infatti, riguardato tutti i familiari che nell’ultimo quinquennio avevano convissuto con J.H. ed avevano permesso di rilevare come tutti i componenti della famiglia fossero privi di occupazione e alcuni di loro a loro volta gravati da condanne definitive per reati contro il patrimonio.
E’ stato dimostrato come il nucleo familiare abbia vissuto con redditi irrisori, inidonei a soddisfare anche solo le primarie esigenze di vita; i beni agli stessi riconducibili sono, dunque, risultati essere di valore nettamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati o all’attività economica svolta.
Nonostante la formale assenza di reddito, nel corso degli anni, costoro erano stati intestatari di svariati veicoli, nonché di conti correnti e di libretti di deposito postali sui quali è stata riscontrata una vorticosa operatività, con la movimentazione di ingenti somme di denaro, che venivano, pertanto, sottoposti a sequestro d’urgenza, convalidato il 02.07.2018.
Parallelamente è stata avviata una verifica fiscale nei confronti della ditta individuale di J.H., dalla quale è emerso che dal 2012 al 2015, lo stesso ha omesso di dichiarare redditi per circa 100 mila euro e percepito prestazioni sociali agevolate, senza averne diritto.