Il servizio di previsione delle ondate di calore di Arpae riprende oggi, 16 maggio e proseguirà fino al 15 settembre 2022. Le previsioni sono emesse ogni giorno dopo le ore 11, sabato e domenica compresi. Le informazioni riguardano l’intero territorio regionale e, a livello provinciale, è disponibile il dettaglio per le aree urbane di capoluogo, le zone pianeggianti, collinari e montane (se presenti). Le previsioni del disagio bioclimatico sono basate sull’indice di Thom che esprime il disagio dovuto alla combinazione di elevate temperature e umidità. Il sistema dell’Agenzia permette, con tre giorni di anticipo, di prevedere l’arrivo di eventuali ondate di calore. In base ai bollettini emessi quotidianamente da Arpae, le strutture sanitarie della regione attivano le procedure indispensabili a garantire un’adeguata risposta presso le strutture ospedaliere e la fornitura di servizi a domicilio rivolti alle persone più vulnerabili e a rischio. A tale scopo, Arpae rende disponibile agli operatori specializzati e ai tecnici sanitari anche una visualizzazione delle mappe di previsione a medio termine (+4 e +5 giorni) tramite area riservata.
Il servizio fornito da Arpae rappresenta quindi anche un esempio di misura e azione di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. Infatti, come nella maggior parte dell’area mediterranea, anche in Emilia-Romagna si sta osservando da diversi decenni un aumento delle temperature medie annuali e, soprattutto, un incremento delle massime estive, con impatti significativi su ecosistemi, settori socio-produttivi e sulla salute dell’uomo. Il numero medio regionale di giorni caldi, definiti come i giorni in cui la temperatura massima media regionale supera i 30 °C, ha subito, dal 1961 ad oggi, un costante e rapido aumento – vedi il grafico Andamento temporale della media regionale del numero di giorni caldi nel periodo 1961-2021. Dal grafico si può notare che gli anni caratterizzati dalle estati più calde sono stati il 2003, il 2012 e il 2017 nelle quali si sono verificate intense e ripetute ondate di calore, associate a condizioni di scarsa piovosità. Nel corso dell’estate del 2003 sono stati osservati per la prima volta rilevanti impatti sulla salute della popolazione (con un eccesso di mortalità pari a circa il 15% rispetto alle estati precedenti) ed è stato quindi in seguito attivato, e poi potenziato, l’attuale servizio di previsione e di allerta.
Il servizio fornito da Arpae rappresenta quindi anche un esempio di misura e azione di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. Infatti, come nella maggior parte dell’area mediterranea, anche in Emilia-Romagna si sta osservando da diversi decenni un aumento delle temperature medie annuali e, soprattutto, un incremento delle massime estive, con impatti significativi su ecosistemi, settori socio-produttivi e sulla salute dell’uomo. Il numero medio regionale di giorni caldi, definiti come i giorni in cui la temperatura massima media regionale supera i 30 °C, ha subito, dal 1961 ad oggi, un costante e rapido aumento – vedi il grafico Andamento temporale della media regionale del numero di giorni caldi nel periodo 1961-2021. Dal grafico si può notare che gli anni caratterizzati dalle estati più calde sono stati il 2003, il 2012 e il 2017 nelle quali si sono verificate intense e ripetute ondate di calore, associate a condizioni di scarsa piovosità. Nel corso dell’estate del 2003 sono stati osservati per la prima volta rilevanti impatti sulla salute della popolazione (con un eccesso di mortalità pari a circa il 15% rispetto alle estati precedenti) ed è stato quindi in seguito attivato, e poi potenziato, l’attuale servizio di previsione e di allerta.
A parità di temperatura, il disagio bioclimatico sull’uomo aumenta con l’umidità, poiché un elevato tasso di umidità dell’aria può impedire un’adeguata sudorazione. L’indice bioclimatico di Thom esprime il disagio dovuto alla combinazione di elevate temperature e umidità. Valori medi giornalieri dell’indice di Thom pari a 24 corrispondono a condizioni bioclimatiche di debole disagio, mentre valori pari a 25 e 26 corrispondono, rispettivamente, a condizioni di disagio e di forte disagio. Si considera condizione di forte disagio anche quando si riscontrano valori dell’indice di Thom maggiori o uguali a 25 per almeno tre giorni consecutivi. In queste situazioni, sono frequenti le patologie legate al caldo, con un aumento considerevole del tasso di mortalità. Nella mappa è riportato il valore del numero di giorni consecutivi estivi in cui l’indice di Thom medio giornaliero supera la soglia di 24, mediato sul periodo 2001-2021. È evidente come nel periodo recente siano ormai frequenti periodi di almeno 4-5 giorni consecutivi di disagio bioclimatico su tutta la pianura. Valori medi dell’indice fino a 8 giorni si osservano nella zona del ferrarese, a causa degli elevati tassi di umidità atmosferica. Negli ultimi 20 anni, comunque, anche le zone collinari sperimentano mediamente periodi di qualche giorno consecutivo con condizioni di disagio.
Il sistema di allerta e previsione delle ondate di calore coinvolge il Servizio sanitario regionale, Arpae Emilia-Romagna, i Comuni e le Associazioni di volontariato. La Regione Emilia-Romagna fornisce ogni anno specifiche linee guida per mitigare gli effetti delle ondate di calore sulle persone più fragili e a rischio di complicanze. Le azioni comprendono principalmente una rete di sostegno e assistenza, della quale fanno parte Comuni e Aziende Usl con associazioni di volontariato e Terzo settore. Campagne di informazione, l’attivazione di numeri verdi e l’organizzazione di servizi di assistenza di varia natura completano le azioni messe in atto per limitare il disagio. Il sistema di previsione di Arpae alimenta, infine, anche il Sistema nazionale di previsione allarme attivato ogni anno, da giugno a settembre, dal Ministero della Salute, con il supporto tecnico-scientifico del Dipartimento di epidemiologia del SSR del Lazio, Centro di competenza del Dipartimento della Protezione civile.
Altre azioni e misure di adattamento al cambiamento climatico in atto, riguardano, in particolare in ambito urbano, l’adozione di servizi ecosistemici, come la piantumazione di alberi e l’espansione di aree verdi in città; la presenza di piante, infatti, grazie all’ombra prodotta e al loro processo di traspirazione, mantiene le temperature più basse rispetto ad aree non vegetate. Vanno in questa direzione molte iniziative messe in campo da altri enti pubblici come la Regione Emilia-Romagna che, dal 2020 sta promuovendo il progetto Mettiamo radici per il futuro nel quale i cittadini possono piantumare alberi in regione, messi a disposizione gratuitamente. Un altro progetto è Life CLIVUT, a cui partecipa anche il Comune di Bologna per sviluppare strategie di pianificazione e gestione del verde. Anche queste iniziative miglioreranno la capacità di adattamento degli ecosistemi urbani.
Altre azioni e misure di adattamento al cambiamento climatico in atto, riguardano, in particolare in ambito urbano, l’adozione di servizi ecosistemici, come la piantumazione di alberi e l’espansione di aree verdi in città; la presenza di piante, infatti, grazie all’ombra prodotta e al loro processo di traspirazione, mantiene le temperature più basse rispetto ad aree non vegetate. Vanno in questa direzione molte iniziative messe in campo da altri enti pubblici come la Regione Emilia-Romagna che, dal 2020 sta promuovendo il progetto Mettiamo radici per il futuro nel quale i cittadini possono piantumare alberi in regione, messi a disposizione gratuitamente. Un altro progetto è Life CLIVUT, a cui partecipa anche il Comune di Bologna per sviluppare strategie di pianificazione e gestione del verde. Anche queste iniziative miglioreranno la capacità di adattamento degli ecosistemi urbani.
Il presente comunicato è disponibile anche sul sito Arpae con materiale di approfondimento